A Ottobre il clima di fiducia dei consumatori diminuisce per il terzo mese consecutivo
La fiducia nei propri colleghi e nel proprio team porta benefici collaboratori

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Tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori peggiorano la componente economica, personale e corrente seppure con intensità diverse: il clima economico diminuisce lievemente, passando da 128,0 a 127,4, quello personale mostra un calo più consistente, da 102,8 a 100,5, così come quello corrente, da 106,8 a 102,8; invece il clima futuro migliora per il secondo mese consecutivo riportandosi sui livelli dello scorso luglio (da 112,8 a 114,3). I giudizi dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese rimangono stabili (il saldo rimane a quota -52) mentre le aspettative si confermano in discesa per il sesto mese consecutivo (da -18 a -19 il relativo saldo). Le opinioni sull’andamento dei prezzi al consumo, espresse su un arco temporale di 12 mesi (giudizi sui 12 mesi passati e aspettative per i prossimi 12 mesi), sono orientate alla diminuzione. Inoltre, aumentano le aspettative sulla disoccupazione (da 29 a 31 il saldo).

Migliora invece, l’indice del clima di fiducia delle imprese Iesi per il secondo mese consecutivo passando da 101,2 a 102,4. Per le aziende risultano in miglioramento tutti settori eccetto il commercio: la crescita è marcata nel settore dei servizi (l’indice sale da 103,7 a 106,6) e più lieve nella manifattura e nelle costruzioni (da 102,1 a 103,0 e da 125,3 a 125,8, rispettivamente). Nel commercio al dettaglio l’indice scende da 102 a 101,3.

«La fiducia dei consumatori in calo conferma tutti i nostri allarmi sull’andamento dell’economia, con particolare riferimento ai consumi – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi. In assenza di aspettative e di ottimismo sul futuro, infatti, le famiglie riducono la spesa e rimandano gli acquisti al futuro, con grave danno per il commercio che, come dimostrano i dati Istat di ieri, risente della riduzione delle vendite al dettaglio». «Se l’indice della fiducia dei consumatori non invertirà la rotta il prossimo mese, i consumi di Natale saranno seriamente a rischio, perché la sfiducia registrata presso le famiglie avrà effetti diretti sulla spesa nel breve periodo», conclude Rienzi. I dati Istat sul clima di fiducia dei consumatori sono invece «ambigui e altalenanti», per il segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona che osserva come «contano di più i dati reali, rispetto al clima di fiducia, ma è evidente che anche chi può spendere, se non si attende nulla di buono per il futuro, è più restio a mettere mano al portafoglio».

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