In una situazione già problematica per OPPO a livello europeo, con la causa legale di Nokia, arriva ora una denuncia a livello globale per lo stesso motivo. Denuncia che tocca anche Xiaomi, e a muoverla è Panasonic.
Il comunicato è apparso questa mattina sul sito dell’azienda di Osaka:
“Osaka, Giappone – La Panasonic Holdings Corporation (“Panasonic”) ha annunciato oggi di aver avviato azioni legali contro Xiaomi e OPPO in relazione ai suoi brevetti standard essenziali (SEPs) nel campo delle comunicazioni cellulari. Panasonic prevede che azioni rilevanti si svilupperanno e procederanno in parallelo in Germania, nel Regno Unito, nel recentemente istituito European Unified Patent Court (UPC) e in Cina. Panasonic è un riconosciuto contributore tecnico agli standard WCDMA e LTE e detiene alcuni brevetti standard essenziali derivanti dai suoi contributi. Attraverso discussioni bilaterali in buona fede, Panasonic ha chiuso in questi anni accordi con aziende che competono a livello globale con Xiaomi e OPPO. Queste licenze consentono a Panasonic di sostenere le sue iniziative globali di ricerca per migliorare la qualità della vita e far progredire la società, scopi fondamentali che guidano la sua missione aziendali. Le azioni legali sono state intraprese dopo anni di negoziati bilaterali con Xiaomi e OPPO senza raggiungere soluzioni. Questa è la prima volta che Panasonic ritiene necessario avviare azioni legate ai suoi brevetti standard essenziali nelle comunicazioni cellulari.”
La questione è semplice: ci sono aziende che detengono alcuni brevetti che non sono in alcun modo sostituibili, detti appunto essenziali, e questi brevetti devono essere ceduti ad un prezzo ragionevole. Si dice FRAND, e sta per “fair, reasonable and non-discriminatory”. Panasonic nel suo comunicato comunica di essere riuscita a raggiungere un accordo di questo tipo con ogni concorrente di OPPO e Xiaomi, ma in tutti questi anni con i due brand cinesi non è mai riuscita ad arrivare ad una soluzione soddisfacente. Si è vista costretta, per la prima volta, a citarli in giudizio.