Prestiti alle famiglie: brusco ritorno al 2005

Un ritorno al passato, al 2005. Per l’industria del credito al consumo il 2012 si potrebbe archiviare così, se l’erogato manterrà i livelli di finanziamento attuali. Nel primo semestre, secondo i dati di Assofin, tra prestiti, cessione del quinto e carte rateali sono state finanziate operazioni per 25,4 miliardi, in calo dell’11,3% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se nei prossimi mesi il trend non peggiorerà, a fine anno si potrebbe arrivare a circa 50 miliardi. Dieci miliardi in meno rispetto al record del 2008 e poco più dei 47,6 miliardi erogati nel 2005.

Del resto le prospettive per i prossimi mesi sono orientate alla massima cautela e gli addetti ai lavori interpellati dal Sole 24 Ore non vedono nel breve spazi per una ripresa dei consumi. Il sentiment è che dopo aver toccato quest’estate il fondo, si confermi l’arresto del calo delle domande di prestiti. Nei primi sette mesi la flessione delle richieste è stata del 7%, secondo l’analisi del Barometro Crif sulla domanda del credito delle famiglie. Rispetto al 2008 è stato perso poco più di un quinto delle domande.

«Mi attendo una sostanziale debolezza delle richieste nei prossimi mesi, trend che potrebbe continuare fino alla prima parte del 2013» avverte Enrico Lodi, direttore generale Credit Bureau Services di Crif. Dai dati in suo possesso emerge anche una nota positiva. «Finora sorprendentemente non c’è stato un aumento delle rischiosità, ovvero chi è precario non ha chiesto prestiti e questo spiega il calo delle domande. Gli istituti poi sono più rigidi nell’autorizzare le operazioni – continua Lodi -, ma nei prossimi mesi si potrebbe vedere un aumento della rischiosità».

Se le domande per l’acquisto di beni durevoli sono sempre più rarefatte, fanno eccezione i prestiti per l’impianto fotovoltaico di casa. «È un segmento in decisa crescita» segnala Sebastiano Marulli, responsabile di Prestitempo, divisione del credito al consumo di Deutsche Bank. Una scelta ben calcolata, perché «una parte degli interessi viene pagata con la rivendita del surplus», sottolinea Massimiliano Becheroni, ad di Profamily, società del gruppo Banca Popolare di Milano.

Il fotovoltaico è un’eccezione, perché nel primo semestre, come evidenzia l’osservatorio Assofin, le colonne portanti del credito al consumo continuano a sgretolarsi. L’erogato per i prestiti personali segna un -13% a 9,6 miliardi, l’auto -19% (4,8 miliardi) e la cessione del quinto -21% (2,1 miliardi). Come strategia anti-crisi si usano un po’ di più le carte rateali – valgono 6,3 miliardi, un quarto del settore -, che permettono di dilazionare nel breve periodo il saldo. «La crisi dei consumi continuerà – prevede Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin -. Forse vedremo qualche segnale positivo dopo le elezioni, nella seconda metà del 2013». In attesa che il Governo intervenga per il rilancio dei consumi, l’associazione avanza una proposta: «Servirebbe una parziale deducibilità degli interessi passivi come per i mutui».

Pressione fiscale e incertezza verso il futuro fanno emergere l’atteggiamento cauto delle famiglie. «Sono prudenti e non vogliono indebitarsi – spiega Chiaffredo Salomone, ad di Findomestic -. L’importo medio che ci viene chiesto è sceso a circa 14mila euro da 16mila e si riduce anche la durata: 84 mesi dai 95 mesi del passato». Sul fronte degli incagli quelli del gruppo sono intorno al 3%, «stabili e in linea con il 2011, che era andato meglio dell’anno precedente».

Quello degli importi più bassi chiesti per un periodo minore è un trend confermato anche dagli altri operatori. Sotto la mannaia delle rinunce cadono anche i finanziamenti per il tempo libero e le vacanze. «Emerge solo il prestito per pagare l’abbonamento alla palestra» aggiunge Marulli.

Per rendere più appealing i finalizzati il canale di distribuzione ha assorbito gli aumenti portati dal rally dello spread, ma oggi anche il “tasso zero” ha perso il suo smalto. «È stato molto usato fino a un paio d’anni fa», dice Salomone.

Nelle promozioni auto il tasso agevolato fa da stampella alle vendite. «Nell’ultimo anno c’è un minore ricorso al credito, nonostante le forti agevolazioni sugli interessi – conclude Andrea Morosati, direttore commerciale di Volkswagen Financial Services -. Sono anche state riviste le schede di valutazione dei richiedenti».

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