Già la prossima settimana l’Abi potrebbe avere un nuovo presidente. Sono bastati due giorni di consultazioni fra gli esponenti più significativi dell’associazione per convenire che in una fase così complicata, con Mps sotto i riflettori mediatici e giudiziari, l’ispezione dell’Fmi in corso, le elezioni alle porte e la costituzione di un nuovo governo sullo sfondo, non si può lasciare l’Abi senza un presidente con un pieno mandato.
A questo punto sembra rimosso qualsiasi ostacolo alla nomina del prossimo presidente, e molto probabilmente la scelta dovrebbe cadere su Antonio Patuelli, vicepresidente dell’Acri e presidente della Cassa di risparmio di Ravenna, che fino allo scorso anno è stato vicepresidente vicario dell’Abi ed è l’autore principale del nuovo statuto, nonché l’inventore del lodo che ha istituito l’alternanza tra i presidenti dell’associazione. L’altro candidato possibile è l’attuale vicepresidente vicario dell’Abi, Camillo Venesio, che però è anche amministratore delegato e direttore generale dell’istituto di famiglia, la Banca del Piemonte, fondata giusto 100 anni fa dal nonno omonimo. Un incarico che difficilmente si potrebbe conciliare con quello, praticamente a tempo pieno, di presidente dell’Abi.