Resto al Sud 2.0, quali sono gli incentivi per aprire al Sud
Il Decreto Legge Coesione presentato nei giorni scorsi ha introdotto diverse norme, tra cui una misura agevolativa specificamente destinata ai professionisti e alle imprese del sud Italia, denominata Resto al Sud 2.0. Resto al Sud 2.0 è un incentivo dedicato ai giovani sotto i 35 anni che desiderano avviare un’impresa nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia.…

Il Decreto Legge Coesione presentato nei giorni scorsi ha introdotto diverse norme, tra cui una misura agevolativa specificamente destinata ai professionisti e alle imprese del sud Italia, denominata Resto al Sud 2.0.

Resto al Sud 2.0 è un incentivo dedicato ai giovani sotto i 35 anni che desiderano avviare un’impresa nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia. Conosciuto anche come “Investire al Sud”, questa iniziativa supporta il lancio di nuove attività imprenditoriali fornendo voucher e contributi a fondo perduto.

Di cosa si tratta

Questa iniziativa, all’interno del nuovo Dl Coesione, mira a favorire la creazione di nuove attività economiche nel Mezzogiorno d’Italia. Nella versione precedente del bonus Resto al Sud, le regioni interessate includevano Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, le aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria) e le isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord. Le nuove aree che potranno beneficiare dei nuovi incentivi saranno determinate dal prossimo decreto interministeriale, anche se visto il nome è probabile che a essere interessate saranno le regioni del Mezzogiorno, mentre quelle del Centro e Nord varrà l’incentivo Autoimpiego Centro-Nord Italia.

La misura riconosce, per l’avvio di nuove attività, voucher da 40 o 50mila euro per l’acquisto di beni e servizi o, in alternativa, contributi a fondo perduto che possono coprire dal 70% al 75% degli investimenti, fino a 200mila euro.

L’agevolazione prevede l’accesso al finanziamento per iniziative economiche volte all’avvio di attività di lavoro autonomo, libero professionale e imprenditoriale. Tali attività possono essere svolte sia individualmente che collettivamente. I contributi saranno anche destinati alle iniziative che richiedono l’iscrizione a ordini o collegi professionali.

Durante il primo periodo, le attività che possono beneficiare dei contributi possono essere avviate tramite l’apertura di una partita Iva, utilizzabile per costituire un’impresa individuale o esercitare un’attività da libero professionista. Inoltre, le attività possono essere svolte attraverso la costituzione di società in nome collettivo, in accomandita semplice, a responsabilità limitata, cooperative o tra professionisti.

A chi si rivolge Resto al Sud 2.0

Resto al Sud 2.0 offre agevolazioni ai giovani di età inferiore a 35 anni che soddisfano i seguenti requisiti:

  • Si trovano in condizioni di vulnerabilità sociale, discriminazione o marginalità, come definite dal Piano Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027;
  • Sono disoccupati, inattivi o inoccupati;
  • Sono disoccupati e beneficiano delle misure del programma di politica attiva Gol – Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori.

Questo programma finanzia iniziative quali l’erogazione di servizi per la formazione e l’accompagnamento nella fase di progettazione preliminare per avviare un’attività, come previsto dal Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027 e dal programma Gol, un tutoraggio finalizzato all’incremento delle competenze necessarie per sostenere i destinatari nelle varie fasi del loro progetto imprenditoriale e interventi volti a sostenere gli investimenti necessari per avviare l’attività imprenditoriale.

Quali sono gli incentivi e come richiederli

Resto al Sud opera attraverso l’erogazione di aiuti economici a fondo perduto per coloro che desiderano avviare una nuova attività nelle regioni del Mezzogiorno e soddisfano i requisiti della misura. Gli incentivi prevedono:

  • Voucher di avvio in regime de minimis, che può essere utilizzato per l’acquisto di beni, strumenti e servizi necessari all’avvio delle attività ammissibili. Per le attività con sede legale nel Mezzogiorno e nelle regioni dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, l’importo massimo del voucher è di 40mila euro. Tuttavia, se si acquistano beni e servizi innovativi, tecnologici, digitali o diretti a promuovere la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico, l’importo massimo del voucher sale a 50mila euro.
  • Aiuto in regime de minimis per programmi di spesa fino a 120mila euro, che consiste in un contributo a fondo perduto fino al 75% per avviare le attività. È disponibile per le attività con sede legale nel Mezzogiorno e nelle regioni dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.
  • Aiuto in regime de minimis per programmi di spesa oltre 120mila euro e fino a 200mila euro, quindi un contributo a fondo perduto fino al 70% per l’avvio delle attività, riservato alle attività con sede legale nel Mezzogiorno e nelle regioni dell’Italia centrale colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.

La misura è finanziata con importi pari a 49,5 milioni di euro per l’anno 2024 e 445,5 milioni di euro per l’anno 2025.

Le istruzioni per richiedere gli aiuti della misura Resto al Sud 2.0 non sono ancora uscite e le modalità precise per accedere ai finanziamenti saranno probabilmente definite attraverso un Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, nonché con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Una volta pubblicate le linee guida e le procedure operative, i potenziali beneficiari potranno presentare le loro domande secondo le indicazioni fornite. Resto al Sud 2.0 dovrebbe essere operativo entro fine 2024.

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