Ristrutturare casa: ultime novità sulla detrazione fiscale per l’anno 2019

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Tprestiti ristrutturazione lavori edili subappaltoutti coloro che devono intraprendere dei lavori di ristrutturazione domestica, con annesso acquisto di mobili ed elettrodomestici, lavori di adeguamento sismico, riqualificazione energetica e sistemazione delle aree verdi, saranno oltremodo felici di sapere che anche anche nell’anno 2019 potranno contare sugli incentivi e sulle agevolazioni fiscali previste dalla legge italiana. In realtà buona parte di queste agevolazioni sono le stesse di cui si è potuto usufruire anche negli anni scorsi, con però alcune piccole differenze. Cercheremo quindi di capire cosa è rimasto invariato e cosa è cambiato con la nuova legge di bilancio 2019.

 

Ecco il bonus

Per quanto riguarda il Bonus ristrutturazione e il Bonus mobili, la proroga sugli incentivi per la casa viene estesa a tutto il 2019 senza alcuna modifica sostanziale rispetto al 2018, quindi chi si trovasse a ristrutturare casa quest’anno potrà ancora usufruire della detrazione del 50% sull’Irpef fino a un tetto massimo di 10.000 euro di spesa per ogni singola unità immobiliare. Questa cifra, ovviamente, è destinata all’acquisto di grandi elettrodomestici e mobili destinati ad arredare la casa da ristrutturare. I grandi elettrodomestici però dovranno obbligatoriamente appartenere a una classe non inferiore alla A+, fatta eccezione soltanto per i forni, la cui classe non può essere inferiore alla A.

Chi deve acquistare grandi elettrodomestici, inoltre, farà bene a tener presente che a partire dal mese di novembre 2018 è subentrato l’obbligo di invio all’ENEA dei dati relativi alla classe energetica e alla potenza elettrica assorbita da elettrodomestici quali frigoriferi, forni, piani cottura elettrici, lavastoviglie, asciugatrici e lavatrici. L’invio deve avvenire tassativamente entro 90 giorni a partire dalla data di ultimazione dei lavori, o da quella del collaudo.

Sismabonus, le novità

Nessuna modifica sostanziale ha interessato il Sismabonus, invece, che rimane quindi invariato e valido fino alla data di scadenza, stabilita per il 31 dicembre 2021, e che permette di detrarre le spese di ristrutturazione in percentuale variabile, dall’Irpef o dall’Ires a seconda se si tratta di persone fisiche o società, in base alla relazione che definisce la classe di rischio sismico raggiunta in seguito ai lavori, per gli interventi di messa in sicurezza antisismica di edifici situati in zona sismica 1, 2 e 3, secondo quanto stabilito dagli organi competenti.

Le detrazioni fiscali previste dal Sismabonus, sia a destinazione residenziale sia produttiva, andranno calcolate su un tetto massimo di spesa di 96.000 euro e partono dal 50% delle spese sostenute, ma possono arrivare al 70% se l’intervento di ristrutturazione determina il passaggio dell’immobile a una classe di rischio inferiore, e all’80% se determina il passaggio a due classi di rischio inferiore. Lo stesso vale per gli edifici condominiali con la differenza che le percentuali di detrazione sono del 75% e dell’85%, rispettivamente in caso di passaggio dell’immobile a una o due classi di rischio inferiori.

 

Quando il bonus è verde

La legge di bilancio 2019 prevede una proroga anche per il Bonus Verde, e cioè una speciale detrazione fiscale attuabile sull’Irpef, del 36% delle spese sostenute per interventi di sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici già esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni. Sono incluse anche le spese relative alla realizzazione di pozzi o di impianti di irrigazione, compresa la progettazione e i successivi interventi di manutenzione periodica.

Una particolare attenzione, però, è posta soprattutto agli interventi di efficientamento energetico, non solo nell’ottica di lavori di ristrutturazione dell’immobile ma soprattutto nel caso di installazione ex novo o di sostituzione di vecchi generatori di calore con nuove caldaie a condensazione per il riscaldamento e la produzione di acqua sanitaria.

Dal momento che l’acquisto di un nuovo impianto di riscaldamento potrebbe essere fatto anche al di fuori dell’ottica di un intervento di ristrutturazione, infatti, queste detrazioni interessano una fetta molto più ampia di persone, soprattutto tenendo conto delle continue modifiche alle direttive di legge contro l’emissione di scarichi inquinanti e gas serra, alle quali bisogna adeguarsi obbligatoriamente. Anche in questo caso è possibile tirare un sospiro di sollievo, dal momento che la proroga fino al 31 dicembre 2019 è stata estesa anche all’Ecobonus, vediamo quindi quali categorie interessa in particolar modo.

 

Il punto sulle detrazioni

La detrazione standard del 50% è applicabile quindi alle spese relative agli interventi che seguono: acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi, che migliorano la tenuta termica e la conservazione del calore, acquisto e posa in opera di schermature solari, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con nuovi impianti dotati di caldaie a biomassa, soprattutto le stufe a pellet di nuova generazione che integrano la camera di condensazione per il recupero del calore, oppure qualsiasi tipo di caldaia a condensazione che rientri almeno nella classe A della tabella di efficienza energetica, nonché l’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, quindi ancora stufe o termocamini alimentati a pellet.

 

Per ottenere la detrazione straordinaria del 65%, invece, bisogna rientrare in uno dei seguenti casi: installazione di un impianto a pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, sostituzione di scaldacqua tradizionali con modelli di nuova generazione che sfruttano la tecnologia della pompa di calore, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione appartenenti almeno alla classe A di efficienza energetica con in più l’aggiunta di sistemi di termoregolazione evoluti, per esempio un impianto solare termico integrato dalla caldaia a condensazione, oppure la sostituzione di impianti esistenti con micro-cogeneratori e acquisto e installazione di dispositivi multimediali per il controllo da remoto per gli impianti.

Ulteriori informazioni sui requisiti da adempiere per quanto riguarda l’installazione o la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con nuove caldaie a condensazione o impianti solari termici, si possono trovare consultando la norma UNI 10683/2005, relativa all’installazione, controllo, verifica e manutenzione dei generatori di calore, e la norma UNI EN 13501-1, che regola invece gli standard per lo scarico dei fumi di combustione. La consultazione di queste normative è importante soprattutto per coloro che vivono in immobili condominiali, dal momento che gli standard sono estremamente restrittivi per questo tipo di contesti, soprattutto quelli relativi al corretto scarico dei fumi di combustione.

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