Una rivoluzione copernicana in corso nel mondo del credito alle imprese
delega risarcimento danni agevolazioni contributi

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E’ questo lo scenario che emerge dalla ricerca “I confidi in Italia”, promossa dal Comitato Torino Finanza, in collaborazione con il Dipartimento di Management dell’Università di Torino.

 

Si impongono all’attenzione alcuni elementi: il nuovo rapporto tra banche e consorzi di garanzia; la composizione numerica della compagine dei confidi; la crescente disintermediazione nella filiera del credito alle imprese; la crisi dilagante che si ripercuote nella solvibilità delle imprese.

 

Un quarto delle PMI italiane si affida ai confidi per ottenere finanziamenti dalle banche, ma la novità è che gli istituti di credito non chiedono più la garanzia del Confidi, grazie alla possibilità di accedere direttamente al Fondo Centrale di Garanzia: è quest’ultimo quindi il vero deus ex machina per il superamento del credit crunch.

 

Pesa inoltre sul sistema dei confidi l’imposizione di “volumi minimi” da parte della Banca d’Italia: deriva da questo la diminuzione del numero dei consorzi di garanzia, seguita al processo di aggregazione volto alla creazione di soggetti che rispettino i 150 milioni di volume e rafforzino la propria presenza sul mercato.

 

Al 31 dicembre 2015 (ultima data di rilevazione) in Italia sono presenti 334 confidi, di cui 39 vigilati dalla Banca d’Italia (i cosiddetti ex articolo 106 del TUB), soggetti alla normativa dei volumi minimi e 295 non vigilati (i cosiddetti ex art 112 del TUB).

Al Sud e nelle isole c’è la maggior densità di confidi (46%), a seguire al Nord (36%) e infine al Centro (18%).

Per quanto riguarda invece i volumi di attività, sono i consorzi che operano al Nord Italia a detenere oltre la metà delle garanzie erogate. Questo disallineamento è dovuto a una maggior consistenza di confidi 106 presenti nell’Italia settentrionale.

 

Confermato il trend negativo dei prestiti alle PMI (-5% rispetto all’anno precedente) ma con un distinguo rispetto al passato: le banche tornano a occuparsene direttamente. Così i confidi perdono terreno: a fine 2015 le garanzie erogate dai consorzi a fronte di crediti concessi sono pari a 10,5 miliardi di euro, contro i 13,1 del 2014.

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