SCATTA PER 183MILA LA PROVA QUALITA’

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Il giorno del grande cambiamento sarà il prossimo 31 ottobre, data spartiacque entro la quale i vecchi agenti e mediatori creditizi possono presentare domanda d’iscrizione nei due distinti elenchi gestiti dall’Oam, il neonato organismo per agenti e mediatori creditizi. Così facendo, potranno continuare a operare, evitando la prova d’esame. Sempre che abbiano effettivamente svolto attività idonee per un periodo di almeno tre anni nell’arco dell’ultimo quinquennio, percependo per tale attività compensi su base annua non inferiori a 5mila euro. In mancanza di quest’ultimo requisito, potranno comunque sostenere l’esame alla prima data utile e proseguire l’attività.

Obiettivo: fare un po’ di pulizia

Ma tra gli oltre 183mila agenti e mediatori creditizi attualmente iscritti negli elenchi tenuti da Banca d’Italia (il 63% sono uomini), quanti sopravviveranno alle nuove più stringenti regole previste con la riforma del credito al consumo (Dlgs 141/2010) giunta definitivamente in porto con il secondo correttivo (Dlgs 169/2012)? Di sicuro non ci sarà un travaso automatico ai nuovi elenchi dell’Oam. Insieme ai vecchi elenchi, infatti, sono destinati a uscire di scena anche l’80-90% degli attuali agenti e mediatori creditizi che sono pressoché inattivi o svolgono l’attività in via marginale rispetto a un’altra principale. Per molti procacciare clienti interessati a un finanziamento era solo un modo per arrotondare lo stipendio. E i casi patologici, di chi non operava nell’interesse del cliente, sono spesso finiti alla ribalta delle cronache (vedi articolo a pagina 5).

La stessa Bankitalia l’ha definita un’anomala ipertrofia, un fenomeno che ha gonfiato, con una dinamica delle iscrizioni travolgente, i vecchi elenchi. Secondo la vigilanza, la colpa è stata del precedente regime che definiva in modo blando le capacità professionali, non prevedeva un esame per l’accesso alla professione e nemmeno contributi per l’iscrizione.

Si farà quindi un po’ di pulizia che consentirà di raggiungere la qualità, la dignità e la professionalità che tutti si aspettano, in primis gli stessi operatori del settore.

I numeri di partenza

Gli iscritti ai vecchi elenchi sono arrivati, per gli agenti in attività finanziaria, a 70.324 persone fisiche e 5.263 società. Mentre sono 122.149 i mediatori creditizi persone fisiche, cui si affiancano 9.204 società. E dall’incrocio dei dati emerge che sono 23.254 le persone fisiche attualmente iscritte, sia come agenti sia come mediatori.

Ci si rende conto delle dimensioni raggiunte dal fenomeno se si considera che in Italia sono 54.469 i promotori finanziari iscritti all’albo vigilato dalla Consob (la metà dei quali circa non operativi). Occorre guardare i numeri dell’intermediazione assicurativa per eguagliarne il profilo, considerato che nel registro unico tenuto dall’Isvap (Rui) sono iscritte a vario titolo (agenti, broker, produttori diretti, collaboratori) 220mila persone fisiche e 25.131 società.

La scelta

Chi continuerà la propria attività nel campo dell’intermediazione creditizia, dovrà comunque scegliere fra la professione d’agente in attività finanziaria, da esercitare in via esclusiva e in regime di monomandato, oppure quella di mediatore creditizio, non più esercitabile in conto proprio dalle persone fisiche, ma solo da società di capitale o cooperative. Gli altri soggetti che ruotano intorno al mondo del credito potranno comunque proseguire come dipendente o collaboratore che opera, a contatto con il pubblico, per conto di un agente o di un mediatore creditizio. Anche in questo caso, però, sono richiesti requisiti professionali, compresa l’iscrizione all’elenco e relativa prova di esame, per poter essere dipendenti e collaboratori dell’agente che svolge la propria attività in forma individuale o di società di persone. I dipendenti e i collaboratori di società di capitale (o cooperative), invece, non devono sostenere l’esame richiesto per l’iscrizione, ma sono tenuti a superare una “prova valutativa” i cui contenuti sono stabiliti dall’Oam.

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