Smart working: Jobs act degli autonomi e trend nel mercato del lavoro
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Il mondo del lavoro nell’era digitale cambia: dopo il varo del Jobs Act degli autonomi, lo smart working – regolamentato con la legge 81/2017 pubblicata il 13 giugno in Gazzetta Ufficiale – la farà da padrone.

Il lavoratore autonomo potrà svolgere le sue mansioni, entro i limiti dell’orario di lavoro previsti dal contratto collettivo e dalla legge, senza postazione fissa in un locale aziendale.

Il lavoratore autonomo, pur all’interno di un rapporto di lavoro subordinato, potrà svolgere la sua attività a casa o comunque lontano da un scrivania fissa, fuori da un ufficio, con flessibilità di orari, tutelato dai rischi per la salute, usando i necessari strumenti  tecnologici in piena sicurezza.

Il DDL diventato Legge 22 maggio 2017 dopo 15 mesi, si applicherà anche alla Pubblica Amministrazione.

 

Smart working: lavoro agile che rimpiazza il posto fisso

Premesso che la nuova disciplina del lavoro agile si affianca ma non sostituisce né si sovrappone a quella del telelavoro, la tipologia contrattuale dello smart working non è nuova, ma il legislatore dovrà regolamentare fasi, cicli ed obiettivi del lavoro agile tramite “accordo tra le parti” per il quale probabilmente sarà necessario l’intervento di consulenti, specie riguardo alla redazione scritta degli accordi e dell’informativa annuale.

Nell’accordo scritto tra le parti sarà necessario regolare tutte le modalità di prestazione del lavoro fuori dagli uffici aziendali: fascia oraria dei tempi di riposo del lavoratore, misure tecniche di sicurezza, disconnessione dai dispositivi elettronici.

 

Performance, produttività e risparmio

Il lavoro da remoto, meglio conosciuto come lavoro agile, pare migliori le prestazioni aziendali, la produttività, oltre al gran pregio di conciliare la vita privata e gli impegni lavorativi.

Un recente studio condotto da TeamViewer ha rivelato che il 72% dei lavoratori smart si dimostra più produttivo.

Consideriamo anche ciò che è risultato dall’indagine dell’Osservatorio Politecnico: il 59% degli impiegati ed il 35% dei quadri hanno risparmiato 163 giorni e 4 ore di tempo (e relative spese) per gli spostamenti casa-lavoro-casa.

Lo studio di Regus rivela che lo smart working migliora la produttività perché stimola l’efficienza del lavoratore il quale si sente più libero di organizzarsi, non soffre di claustrofobia in ufficio e svolge la sua attività con maggiore concentrazione.

 

Lo smart working convince anche Siemens

Lo smart working boccia la tradizionale timbratura dei cartellini per amore della produttività e convince anche Siemens che, ogni giorno (non una tantum), permetterà ai suoi collaboratori di scegliere se lavorare in ufficio o da casa.

Obiettivo: valutare la loro performance non in base alle ore di lavoro od alla presenza in ufficio, ma secondo i risultati raggiunti.

Siemens ha sperimentato in modo parziale questo moderno rapporto di lavoro per sei anni aggiudicandosi, nel 2015, lo Smart Working Award (premio istituito dall’Osservatorio del Politecnico) e dal 1° gennaio 2018, sulla base di un recente accordo sindacale, consentirà a tutti i suoi collaboratori (tranne i tecnici) di lavorare in modalità smart.

Il nuovo diktat è: flessibilità in cambio di produttività e risultati.

 

Tante le aziende che scelgono il lavoro agile

Sulla base dei dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, sono 250 mila i lavoratori ‘smart’ in Italia, molte le imprese che adottano lo smart working.

Alcune aziende consentono ai dipendenti di lavorare in remoto 1-2 giorni alla settimana, altre sperimentano il lavoro agile solo su un gruppo ristretto di dipendenti prima di estenderlo a tutti.

Oltre a Siemens, citiamo alcune tra le grandi aziende che hanno puntato allo smart working:

  • Vodafone: sono 3.500 i dipendenti che possono decidere se lavorare con modalità ‘smart’ un giorno alla settimana;
  • Ferrero ha avviato ad aprile un progetto di smart working per i 100 dipendenti che lavorano allo stabilimento di Alba;
  • Enel è passato da un progetto pilota su 500 lavoratori ad un’estensione di tale progetto su 7.000 dipendenti;
  • Barilla ha aumentato i giorni concessi agli smart workers da 4 ad 8 al mese e punta a concedere, entro il 2020, l’opportunità di lavorare da remoto a tutti gli impiegati d’ufficio;
  • Zurich ha appena inaugurato i nuovi uffici della sede di Milano – i cui spazi non saranno assegnati singolarmente ma messi a disposizione, giorno dopo giorno, a chi ne avrà bisogno – che si adeguano al progetto Smart Working in Zurich.

Perché queste aziende lo fanno?

Per incrementare la competitività stimolando la produttività dei lavoratori.

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