Sofferenze record e credit crunch ai massimi. È questo lo scenario sul settore bancario italiano che emerge dall’ultimo bollettino dell’Abi relativo a gennaio. I prestiti a famiglie e imprese sono calati del 3,3% su base annua (a 1.467 miliardi di euro), dopo il -2,5% di dicembre 2012. I fondi ricevuti dalla Bce nelle aste Ltro hanno scongiurato dati peggiori, ma non hanno invertito la tendenza di fondo: per i prestiti si tratta del nono calo mensile consecutivo e del dato peggiore segnalato negli ultimi due anni.
L’Abi ha rilevato che i dati sono «in linea con l’evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche, come pil e investimenti». Inoltre a gennaio l’ammontare totale dei prestiti è stato di 1.919 miliardi, «un livello superiore alla raccolta da clientela pari a 1.753 miliardi», ha osservato l’associazione. «L’eccedenza di prestiti rispetto alla raccolta è dunque di circa 166 miliardi». A dicembre questo divario, che le banche devono colmare con il funding sui mercati, era di circa 200 miliardi. «Le banche italiane prestano molto più di quello che raccolgono», ha sottolineato il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, Il totale prestiti è sceso dell’1,4% (-1,1% a dicembre 2012). La riduzione del buco tra prestiti e raccolta è dovuto anche all’accelerazione della raccolta da clientela residente, in crescita del 2,5% su base annua. In particolare i depositi dei clienti italiani sono aumentati del 6,8%, il tasso di crescita più alto da novembre 2008. La raccolta attraverso obbligazioni è diminuita a gennaio del 5,2% (-6,8% a dicembre). La recessione si fa sentire sulle sofferenze lorde degli istituti, che a dicembre hanno raggiunto il livello record di quasi 125 miliardi, 3,1 miliardi in più rispetto a novembre e 17,8 miliardi in più rispetto a fine 2011, segnando un incremento su base annua di circa il 16,6%. In rapporto agli impieghi, le sofferenze risultano pari al 6,3% a fine 2012 (5,4% un anno prima) e al netto delle svalutazioni sono risultate pari a quasi 64,3 miliardi, circa 2,1 miliardi in più rispetto al mese precedente e quasi 12,9 miliardi in più rispetto a fine 2011. I dati sulle sofferenze risentiranno ancora della crisi economica: l’Abi dovrebbe presto abbassare la stima sul pil 2013, ora atteso a -0,6%.
Quanto ai tassi, a gennaio sono risultati in lieve aumento: il tasso sui nuovi mutui per abitazioni si è portato al 3,75% (dal 3,70% del mese precedente) e il tasso sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è salito al 3,71% (dal 3,59%). Quello sulle consistenze è invece rimasto fermo al 3,78%. Nonostante questa crescita, l’Abi ha segnalato che «lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello sulla raccolta a famiglie e imprese è risultato pari a 171 punti base, vicino al minimo storico di 169 punti di novembre 2012». Intanto il ministro agli Affari Europei, Enzo Moavero, ha auspicato che la Bce compia ora «atti operativi» perché ai prestiti agevolati concessi alle banche europee segua «un’obbligazione di aprire credito alle pmi».