Tecnico luci: tutto cio’ che c’è da sapere per diventarlo
tecnico luci

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Nella varia e sfaccettata nomenclatura delle professioni che ruotano attorno al mondo dello spettacolo, una che raccoglie in sé molte definizioni è quella del tecnico luci.

Nel campo dell’illuminotecnica (quel mondo professionale che si occupa di luce e illuminazione), è però difficile capire esattamente quale sia la differenza tra tecnico luci, light designer o datore luci.

Molti considerano, per esempio, il tecnico luci non più di un elettricista che si occupa del posizionamento dei fari e del deposito cavi durante l’installazione di un impianto luci. Secondo questa prospettiva, un po’ dispregiativa, il tecnico luci non sarebbe altro che un semplice manovale. Tale definizione permetterebbe di giustificare il suo essere «tecnico» anche se offenderebbe gran parte dei tecnici luci che giustamente rivendicano la loro parte di artisticità.

D’altro canto anche un light designer, che dall’etichetta inglese pare essere un individuo già più qualificato, oltre a un raffinato gusto, estetico deve possedere anche svariate nozioni tecniche: di elettronica, di illuminazione e di elettrotecnica che gli permettano di progettare le sue rivoluzionarie installazioni luminose.

Quella del datore luci è invece una professione legata al Teatro. Un datore luci si occupa infatti, su indicazione del regista e del collega light designer, di gestire la postazione dei fari e delle luci durante uno spettacolo, nonché di interpretare e realizzare il disegno dell’illuminazione pensato dal collega Disegnatore luci o light designer, appunto. Quella del datore luci è in effetti la professione che aiuta meglio a capire la gerarchia che in teoria dovrebbe regolare i rapporti tra le due figure: il light designer è colui che crea l’idea generale dell’illuminazione, la mente, mentre il tecnico luci è colui che la realizza, il braccio.

Questa confusione è dovuta al fatto che quelle di tecnico luci e light designer sono due professioni che, oltre a confondersi fra loro, si trovano in perenne oscillazione fra arte e scienza, tecnica ed emozione.

Ho conosciuto infatti molti ragazzi che per passione si erano messi a seguire alcuni gruppi musicali in tour, occupandosi delle luci dei concerti. Il loro lavoro si divideva principalmente in due fasi: quella dell’ideazione creativa del gioco di luci e colori che avrebbe dipinto il concerto e quel faticoso e pratico momento di cablaggio e installazione dei fari. Capisci dunque che spesso e volentieri le figure di tecnico luci e light designer coincidono.
La confusione generata dal distinguere chi è un tecnico luci e chi è un light designer si riflette anche sul percorso che ti porta a diventare o l’uno o l’altro o entrambi. Come detto, la prima possibilità è quella di metterti in gioco da subito. Se hai questa passione perché non proporti direttamente a qualche gruppo locale oppure perché non provare a fare domanda presso qualche piccola compagnia teatrale della tua città? Chiaramente, dovrai pur avere qualche nozione tecnica riguardo a luci, impianti, elettricità e così via. Non vorrai mica generare un black-out alla tua prima serata! Ma se questa è la tua passione, presuppongo che non avrai problemi a cavartela fra lampade, lampadine, fari, faretti, cavi, prese e quant’altro.

La seconda via è quella di frequentare o un corso di tecnico luci, che sono patrocinati proprio dalle compagnie teatrali locali e dunque ti consiglio di cercare quello più vicino a te, oppure frequentare un master in light design. I tre più importanti master in materia sono:

  1. Politecnico di Milano
  2. IED
  3. Sapienza di Roma 

Leggendo il programma dei tre master, si inizia a delineare una figura più chiara di Light designer. In sostanza, il suo compito è studiare, ideare e progettare il sistema luminoso più consono e adeguato a qualsiasi tipo di ambiente e situazione: concerti, interni, strutture aziendali, eventi, spettacoli teatrali, produzioni cinematografiche e così via. Potremmo quasi sostenere che il light designer sia un po’ l’evoluzione della «vecchia» figura del tecnico luci a cui si sta conferendo un livello professionale più autorevole e definito.

Come detto, chiunque voglia intraprendere questo tipo di carriera deve sapere che la materia si fonda sia su principi tecnici sia su principi artistici. Per questo motivo ti consiglio di unire i due percorsi. Compra un mixer luci, scarica qualche software di simulazione luci e buttati alla ricerca di un evento a cui collaborare. In questo modo capirai le reali dinamiche del mestiere affinando il tuo gusto in fatto di luci e colori. Unendo all’esperienza un po’ di sana teoria, frequentando uno di quei master che ti ho segnalato, completerai la tua formazione, diventando un esperto e affidabile light designer pronto a costruire meravigliosi giochi di luce e a progettare l’illuminazione degli interni di qualche azienda o di qualche museo o di qualche edificio. Insomma, quello che il master può darti è un attestato professionale che garantisce le tue abilità e facoltà, nonché molte altre possibilità di entrare nel mercato del lavoro.
D’altra parte, leggendo i programmi dei corsi di vari teatri per diventare tecnico luci si capisce come questa figura non coincide con mansioni di pura manodopera, anzi. Per esempio, ti riporto di seguito il programma del corso tecnico luci del teatro Portland di Trento:

Obiettivi:

Acquisire le tecniche funzionali all’attività di un tecnico delle luci e del suono nel campo dello spettacolo teatrale.

1. La macchina teatrale:
– caratteristiche
– la sua evoluzione negli anni
– brevi cenni di scenotecnica teatrale
– cognizione delle differenti mansioni legate all’illuminotecnica teatrale
– tipologie di illuminazione nei vari generi teatrali

2. La luce:
– tecnica e arte della luce
– la luce nelle arti visive e applicate

3. Basi di illuminotecnica:
– luce naturale e artificiale
– sintesi additiva e sottrattiva dei colori
– il linguaggio del colore
– Cromatologia luminosa

4. L’illuminazione di scena:
– conoscenza dei dispositivi per l’illuminazione della scena
– la nascita di un progetto illuminotecnico, il lavoro con il regista
– apprendimento della lettura e dell’interpretazione di un piano luci
– realizzazione di una pianta luci
– studio ed esecuzione delle manovre di piazzamento e puntamento che assicurano la realizzazione degli effetti luce di uno spettacolo
– studio delle risorse a disposizione e organizzazione dei tempi
– gestione tecnica dell’allestimento e dello spettacolo.

Come vedi, i moduli e le lezioni del corso non trattano esclusivamente di elettrotecnica ma anche e soprattutto di illuminazione in senso estetico e artistico.
In conclusione, credo che la vera differenza che passa tra un tecnico luci e un light designer sia il fatto che il primo si occupa prevalentemente di illuminazione in campo artistico (teatro, produzione cinematografica, musica ecc.), mentre il secondo studia (anche) progetti di illuminazione per ambienti quotidiani (centri commerciali, negozi, azienda, fabbriche eccetera). Per esempio, esiste infatti una branchia del lighting design, chiamata landscape design o garden lighting, specializzata nella progettazione di impianti d’illuminazione per esterni come strade, parchi e luoghi pubblici in generale.

Per tanto, quello che ti consiglio è coltivare fin da subito la tua passione partendo da piccole esperienze attraverso cui farti le ossa sul campo. Partecipa a qualche piccolo evento, aiutando il tecnico luci di ruolo. Se vedi che l’attività ti piace veramente e vorresti farne qualcosa di più di un semplice passatempo, frequenta allora un corso di tecnico luci dove affinare le tue competenze. Dal mio punto di vista, dovresti in seguito frequentare un master in light design per crearti ulteriori possibilità di sbocco professionale e per ottenere una qualifica in più che attesti le tue competenze.

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