Un mese dopo la richiesta di intervento al Governo MPS ha varato due bond con garanzia pubblica
Banche, aumenti in vista per Mps e Carige, widiexpress

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Con queste obbligazioni per la prima volta si è concretizzato il supporto dello Stato all’istituto senese. Non è finita qua. Non solo perché, per colmare il deficit di liquidità accumulato nel 2016, nel 2017 la banca potrà emettere titoli fino a 15 miliardi, ma anche perché entro maggio è previsto l’ingresso vero e proprio del Tesoro nel capitale di Rocca Salimbeni, con una quota del 70 %. In una nota, Mps ha spiegato che una delle due obbligazioni, per un valore di 3 miliardi, scadrà nel gennaio 2018, con cedola 0,5%, e l’altra, per un valore di 4 miliardi, scadrà nel gennaio 2020, con cedola 0,75%. I bond “sono stati sottoscritti interamente dall’emittente – ha fatto sapere la banca – e verranno venduti sul mercato, o utilizzati come collaterale a garanzia di operazioni di finanziamento, nel corso del 2017”. La richiesta dell’intervento dello Stato è datata 23 dicembre 2016, il giorno in cui Mps prese atto del fallimento dell’aumento di capitale sul mercato e quindi dell’operazione di salvataggio ‘privata’. La notte stessa il Governo varò il decreto salva-risparmio, che stanziava 20 miliardi per intervenire nelle banche in crisi, non solo Mps. A vigilare sul fatto che l’intervento del Governo non infranga la normativa comunitaria sugli aiuti di Stato ci sono gli organismi europei che, come prima cosa, aspettano da Rocca Salimbeni un nuovo piano di ristrutturazione. Montepaschi lo sta scrivendo anche sulla base delle richieste della Bce, secondo cui la ricapitalizzazione dovrà essere da 8,8 miliardi e non più da 5, come previsto nel piano ‘privato’ fallito a dicembre. L’ad di Mps, Marco Morelli, sta quindi lavorando per definire i dettagli del- l’operazione. L’intenzione del board senese, che ha analizzato le nuove linee guida in due riunioni a metà della scor- sa settimana e all’inizio di questa, è di sottoporre il nuovo piano a Bce e Commissione europea già all’inizio di febbraio. Per questo sono frequenti i contatti e gli incontri fra funzionari senesi e del ministero, intervallati da quelli fra Morelli e il ministro Pier Carlo Padoan. L’altro tema all’ordine del giorno è la dismissione dei crediti deteriorati. Nel vecchio piano era contemplato anche un intervento di Atlante, che adesso sembra però più difficile, visti gli impegni che il fondo ha con le banche Venete – di cui è proprietario – e con le good bank, per rilevare una quota di sofferenze. Mps sta quindi studiando varie altre strade – dalla cartolarizzazione alla creazione di una bad bank – e valutando nuovi accantonamenti, visto che la ‘qualità’ dei crediti deteriorati, se non l’ammontare, negli ultimi mesi è cambiata. I primi numeri saranno definiti a breve. Per il 9 febbraio è in programma il cda per l’approvazione del bilancio 2016.

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