Confesercenti, Cna, Confartigianato, Claai e Casartigiani chiedono al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, di destinare 24 milioni di euro, recuperati dai fondi Fas, all’attività dei confidi. Il settore è in sofferenza e nei primi sei mesi del 2012 la quota di credito destinata al sistema produttivo abruzzese ha subito un taglio di 108 milioni di euro. Nella regione il calo dei finanziamenti alle imprese è pari al 6,7%, su base annua, contro una diminuzione media nazionale del 4,6%. Nel resto d’Italia solo Marche e Molise hanno subito una stretta peggiore. Una delle conseguenze più immediate, accentuata dal crollo della domanda interna, è che molte aziende sono costrette a chiudere. In Abruzzo, soltanto nel settore dell’artigianato, nei primi sei mesi del 2012 il saldo tra aperture e cessazioni evidenzia un passivo di 612 unità. «Si parla molto dei problemi che interessano le grandi industrie – rimarca Italo Lupo, presidente regionale di Cna – ma ci si dimentica che negli ultimi tempi le piccole imprese sono state costrette a mandare a casa migliaia di lavoratori che stanno sperimentando condizioni di vita drammatiche». Le aziende con meno di 20 dipendenti, d’altronde, occupano il 50% della forza lavoro regionale e producono i due terzi del Pil abruzzese. «Rimodulare i fondi di garanzia per i confidi – aggiunge Lupo – significa facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese e salvare posti di lavoro». Il presidente di Cna Abruzzo, inoltre, è scettico sui benefici generati dalla riduzione delle addizionali Irap e Irpef annunciata dalla Regione. «Restituire 40 milioni di euro a un milione e 300 mila abitanti, equivale a distribuire poco più di 3 euro a cittadino – conclude Lupo -. Una cifra ridicola, certamente insufficiente a rilanciare i consumi e sarebbe stato più utile rimettere quei fondi in circolo sostenendo le imprese». Americo Di Menno, responsabile regionale di Casartigiani, sottolinea che «i confidi sono in grado di arrivare con immediatezza dove c’è reale necessità per le imprese, restituendo quanto meno un po’ di fiducia». Di Menno mette in luce che «le banche stanno elevando in modo spropositato i tassi d’interesse» e che «se le aziende non riescono a consolidare il pregresso, non potranno mai investire su innovazione e ricerca». Le associazioni di categoria, inoltre, non nascondono un certo risentimento nei confronti delle istituzioni europee. «All’Europa la piccola impresa non piace – polemizza il referente di Casartigiani – e sta facendo di tutto per tagliarci le gambe». Gli fa eco il segretario regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli: «L’Abruzzo è la terza regione d’Italia per contrazione del credito, mentre la Banca Europea ha compiuto un’iniezione di liquidità, pari a 250 milioni di euro, che è stata destinata quasi esclusivamente a sistemare i conti delle banche». Federico Del Grosso, direttore di Claai Abruzzo, invoca il supporto a «un sistema dei confidi che nella regione copre circa 150 mila imprese, molte delle quali sono in grande sofferenza». Il direttore regionale di Confesercenti, Enzo Giammarino, esorta a premere il piede sull’acceleratore. «Dobbiamo raccogliere subito la disponibilità del presidente Chiodi ad anticipare parte dei fondi Fas a sostegno del credito – afferma Giammarino -. Dunque si convochi immediatamente il tavolo del Patto per lo sviluppo e si provveda al più presto alla delibera del provvedimento».
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