Il Tribunale di Commercio britannico a fine dicembre scorso si è pronunciato contro UniCredit e a favore di Barclays su una contenzioso relativo ad un contratto stipulato dalle due parti tra settembre e dicembre 2008 per un’operazione di cartolarizzazione strutturata e una connessa protezione creditizia da 20,6 miliardi di euro.
L’operazione riguardava in particolare la copertura da parte di Barclays di eventuali perdite, fino a 1,72 miliardi, su tre portafogli detenuti dalle controllate di UniCredit, Hvb e Bank of Austria, in cambio del pagamento di premi e commissioni.
Così strutturata l’operazione avrebbe permesso a UniCredit di liberare capitale regolamentare.
Tuttavia, dopo che la BaFin, l’autorità tedesca di vigilanza dei mercati finanziari aveva stabilito che non sarebbe più servita a liberare capitale nel 2010, UniCredit ha deciso di smontare l’operazione prima dei cinque anni previsti dal contratto sfruttando le varie finestre previste. Barclays si è dunque opposta alla risoluzione anticipata del contratto.
Una fonte di Unicredit ricorda che la causa riguarda solo le “fee” che Unicredit avrebbe dovuto riconoscere a Barclays e che non ha più pagato in seguito alla decisione di chiudere l’operazione.
“Si tratta comunque di un esborso di qualche decina di milioni di euro che non avrà impatto né sul conto economico né sullo stato patrimonale della banca”, dice la fonte.