Un’indagine ha rilevato come i veicoli Dahaitsu non fossero stati adeguatamente testati per la sicurezza in caso di incidente. Un gruppo indipendente ha indagato sulla Daihatsu dopo che il marchio aveva ammesso in aprile di aver “truccato” i test di sicurezza nella collisione laterale di 88.000 auto compatte prodotte in Thailandia e Malesia e vendute nell’ultimo anno. Come conseguenza dello scandalo, la Toyota ha identificato circa 174 irregolarità su 64 modelli, tra cui anche alcune auto con il marchio Toyota, ben più della mezza dozzina ipotizzata inizialmente. Nel frattempo la controllata Daihatsu è stata costretta a sospendere le spedizioni, sospensione che si farà sentire anche sui veicoli prodotti in Giappone e all’estero. Gli effetti potrebbero colpire non solo gli stabilimenti della Toyota, ma forse anche quelli della Mazda e della Subaru, poiché la Daihatsu fornisce servizi di produzione a diverse case automobilistiche.
L’indagine ha scoperto che le unità di controllo degli airbag utilizzate durante i crash test erano diverse da quelle poi montate sui veicoli venduti ai clienti. Tra le auto interessate ci sarebbero le Toyota Town Ace e Pixis Joy e la Mazda Bongo (tutti modelli non venduti in Europa). Dalla Toyota fanno sapere di non essere al corrente di eventuali incidenti legati al problema né di essere in grado di stabilire quale sarà l’impatto finanziario. Gli investigatori esterni, guidati da TÜV Rheinland Japan, hanno affermato che irregolarità sono iniziate nel 1989, ma che dal 2014 hanno cominciato ad aumentare. Sotto accusa le condizioni di lavoro: “I responsabili dei siti di produzione erano talmente sotto pressione per ottenere buoni risultati da non poter segnalare problemi più in alto nella catena di comando”, ha detto ai giornalisti Makoto Kaiami, presidente del comitato investigativo.
Nei primi 10 mesi dell’anno, la Daihatsu ha prodotto 1,1 milioni di veicoli, il 40% dei quali fuori dal Giappone. Nello stesso periodo ha venduto circa 660.000 veicoli in tutto il mondo, che rappresentano il 7% delle vendite totali della Toyota. Il marchio è molto importante nel segmento delle kei car, mercato in cui è leader insieme alla Suzuki. Risolvere la questione sarà complesso e non si preannunciano tempi brevi: “Richiederà non solo una revisione della gestione e delle operazioni aziendali, ma anche una revisione dell’organizzazione e della struttura, nonché un cambiamento nello sviluppo delle risorse umane e nella consapevolezza di ciascun dipendente”, ha affermato la Toyota in un comunicato.