Veneto Banca dichiara 246 esuberi

Ancora nessun commento

Ma le riorganizzazioni non riguardano solo UniCredit. Anche nel gruppo Veneto Banca arrivano gli esuberi. In una comunicazione ai sindacati del 2 luglio, l’azienda di Montebelluna (Treviso) ha dichiarato di voler procedere a una razionalizzazione dei costi per recuperare la redditività. Un progetto che, secondo l’azienda, è dovuto sia all’aumento delle sofferenze che al peggioramento della redditività. Problemi che però stridono con i dati della semestrale 2012, che si chiude con un utile netto ha toccato quota 140 milioni, in linea con i budget. Il risultato sono 246 eccedenze di personale, distribuite nelle tre Direzioni Centrali delle tre banche rete, nelle 3 Direzioni Territoriali di Veneto Banca e anche nella rete commerciale, soprattutto nelle filiali non performing, il cui risultato cioè è inferiore alle previsioni, con la possibile chiusura di alcune di esse.
Il contrasto con le attese del piano industriale 2010/13
L’ultimo piano industriale per il biennio 2010-13 era di tono completamente diverso dalle ultime richieste aziendali. Il progetto prevedeva l’apertura di 118 nuovi sportelli e circa 300 nuove assunzioni, che sinora sono state effettuate solo in minima parte. Proprio sulla base di queste indicazioni il 17 novembre 2010, la Fabi e gli altri sindacati del gruppo. avevano firmato un piano straordinario per lo sviluppo e per l’occupazione.
Dura le reazione dei sindacati: per la Fabi “non ci sono giustificazioni”
Il primo incontro tra le parti per discutere il piano di ristrutturazione è stato fissato il 25 luglio. In vista dell’appuntamento, la Fabi, primo sindacato nazionale del settore del credito, ha già manifestato chiaramente la propria perplessità sul progetto: «Il numero di esuberi dichiarato dall’azienda non trova alcuna giustificazione logico-organizzativa», sostiene Giuseppe Algeri, coordinatore Fabi in Veneto Banca, «gli organici della rete sono infatti sotto-dimensionati e i lavoratori si trovano quotidianamente a dover lavorare in condizioni difficilmente sostenibili. Al tavolo delle trattative, oltre a chiedere una verifica del numero di eccedenze di personale dichiarato, a nostro avviso spropositato, ci batteremo affinché le uscite concordate avvengano soltanto su base volontaria e incentivata in cambio di nuove assunzioni, sfruttando le previsioni del nuovo contratto nazionale, che con il fondo per la nuova occupazione, consente alle banche di assumere giovani a condizioni economiche agevolate. Per questo invitiamo fin d’ora il top management della banca a versare, come da accordi, il 4% del proprio stipendio per finanziare il Fondo di solidarietà di settore e la nuova occupazione, elemento che potrà rappresentare sicura garanzia di rilancio per Veneto Banca», conclude Algeri.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI