Dove sono i 210 miliardi di difficile recupero?
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Spesso si legge sui giornali della quantità totale dei crediti cosiddetti “in sofferenza” del sistema bancario italiano. Ma ciò che non viene mai spiegato è se questi crediti in sofferenza sono “contenuti” nei bilanci delle banche commerciali, popolari o cooperative. In altre parole: i grafici in questa pagina possono rispondere alla domanda se il credito concesso dalle banche (generalmente) piccole viene erogato con più leggerezza di quanto non facciano le banche (generalmente) gradi come sono le Spa.

Intanto bisogna distinguere i vari “tipi” di crediti in sofferenza, così come vengono classificati dalla Banca d’Italia, che è la fonte di questi dati. La premessa è che quelli definiti “crediti in bonis” sono quelli che la banca ritiene verranno sicuramente rimborsati dal cliente. I “crediti deteriorati” sono invece quelli che gli istituti di credito hanno concesso a imprese o famiglie che non sono stati più rimborsati e rappresentano un insieme degli altri tipi di crediti, nel senso che tra i crediti deteriorati ci sono quelli definiti “in sofferenza” (crediti concessi a clienti che si trovano in stato di insolvenza) e gli “inadempienti probabili” (quelli che la banca giudica di difficile recupero, è la definizione che ha preso il posto di quella “classica” di crediti “incagliati”). Ovviamente il tipo “peggiore” di credito è quello che va sotto la definizione di “sofferenza” perché un debitore in stato di insolvenza è praticamente impossibile che possa onorare i suoi impegni.

Nel grafico in alto i valori dei vari tipi di crediti sono indicati in valori assoluti, cioè in milioni di euro. Si scopre che la maggior parte dei crediti difficili, a qualsiasi categoria essi appartengano, sono iscritti nei bilanci delle banche Spa: 260 miliardi di euro. Le Popolari hanno quasi 74 miliardi mentre gli istituti di credito cooperativi hanno poco più di 25 miliardi a rischio.

Se si considerano solo le “sofferenze”, che rappresentano i crediti che hanno una probabilità di recupero vicina allo zero, si scopre che la massa maggiore, sempre in valori assoluti, fa capo alle banche Spa: ben 157 miliardi di euro. Le Popolari hanno circa 74 miliardi di euro “sofferenti” mentre gli istituti cooperativi ne hanno per 10,5 miliardi. Complessivamente il sistema bancario italiano, a dicembre del 2015, conta oltre 210 miliardi di sofferenze.

Le cose cambiano, però, se si va a vedere l’incidenza dell’ammontare dei crediti di difficile recupero in quota percentuale sul totale dei crediti concessi dai vari tipi di banche, come mostra il grafico qui sotto.

Si scopre, infatti, che le banche che hanno dato credito in modo più “allegro” sono le banche popolari: il 23,1% sono in una situazione, diciamo, “difficile”. Seguono le banche cooperative con il 19,5% mentre le banche Spa, tendenzialmente più grandi, hanno “solo” il 17% della propria esposizione che è a rischio recupero.

Il motivo di queste differenze consiste probabilmente nel fatto che le banche popolari e cooperative, tendenzialmente più piccole, sono anche quelle che hanno dato più credito alle imprese del territorio, tendenzialmente anche quelle più piccole. E sono state proprio questo tipo di aziende ad aver sofferto maggiormente della crisi economica degli anni scorsi. E, a quanto si vede, ancora non sono riuscite ad uscire dalla loro condizione di crisi. Le banche Spa, in genere, hanno invece a che fare con imprese di maggiori dimensioni, che hanno maggiori capacità di reagire al calo dell’attività economica.

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