Continua il calo dei fallimenti delle imprese italiane
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Il secondo trimestre del 2016 conferma infatti le buone impressioni emerse dai primi tre mesi dell’anno, evidenziando un’inversione di tendenza dopo gli ultimi anni caratterizzati da un preoccupante aumento dei fallimenti, che ha toccato il suo picco nel 2014.

Nel secondo trimestre del 2016 in Italia le imprese che hanno portato i libri in Tribunale sono state 3.740, registrando un calo del 2,5% rispetto ad un anno fa, quando i fallimenti hanno toccato quota 3.777. Da inizio anno sono invece 7.343 le imprese fallite, con una media di 58 chiusure al giorno. Rimane un ampio gap negativo rispetto al 2009: se confrontiamo i dati odierni con quelli di 7 anni fa i fallimenti sono cresciuti del 59,9%.

E’ quanto è emerso in sintesi dall’Analisi dei Fallimenti in Italia, aggiornata a fine giugno 2016 e realizzata da CRIBIS D&B. Scarica gratuitamente l’Analisi.

La distribuzione sul territorio nazionale dei fallimenti è strettamente correlata alla densità di imprese attive nelle diverse aree del Paese. La Lombardia, con una incidenza sul totale Italia del 20,2%, si conferma la regione d’Italia con il maggior numero di fallimenti con 1.480 casi nel corso del 2016. Dal 2009 ad oggi si contano 20.883 imprese lombarde fallite. La seconda regione più colpita è il Lazio, con 866 imprese chiuse nel 2016 e un’incidenza sul totale Italia dell’11,8%. Segue il Veneto con 640 casi e relativa incidenza del 8,7%. A seguire, per completare le prime dieci posizioni, la Campania con 636 fallimenti, la Toscana (592), l’Emilia Romagna (529), il Piemonte (491), la Sicilia (464), la Puglia (354) e le Marche (245).

Il Commercio al Dettaglio è il settore più in crisi con i suoi 2.261 fallimenti nel corso del 2016, con un calo però del 4,8% rispetto ad un anno fa.  Segue l’Edilizia con 1.480 casi e un calo del 6% rispetto allo stesso periodo del 2015. E’ poi il turno dell’Industria, con 1.469 casi e un meno 0,5% registrato nell’ultimo anno. I Servizi Vari infine chiudono la classifica con 1.090 imprese che hanno portato i libri in tribunale e un aumento del 3,9% rispetto al 2015.

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