Experian ha pubblicato il suo primo report annuale relativo alle frodi a livello globale

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Il Global Business Trend è stato pensato come una guida per i professionisti impegnati in materia di truffe e i senior executive – in particolare chief marketing officers, chief risk officers e chief data officers – e mostra un nuovo punto di vista su come l’allineamento tra le strategie per la crescita del business e la prevenzione delle frodi possa contribuire all’aumento dei guadagni, gestendo i rischi in un mondo sempre più virtuale. Infatti si tratta di analizzare processi quali l’apertura di nuovi account, l’accesso, le transazioni economiche.

Il documento identifica cinque tendenze che le aziende dovrebbero valutare e fronteggiare con azioni volte a diminuire le possibilità di frode e migliorare la customer experience. “L’obiettivo di Experian è offrire una visione globale al mercato italiano, un’utile panoramica in funzione dell’efficacia delle strategie e degli strumenti da adottare per il successo del business. Uno di questi è il Fraud Prevention Benchmark tool, uno strumento interattivo che le aziende possono usare per verificare che impatto abbiano queste tendenze sulle proprie attività e quanto i risultati del loro approccio siano all’altezza delle pratiche industriali”, dice Angelo Padovani – Ad di Experian-Cerved Information Services in Italia.

I 5 ambiti di analisi del report sono:

1. Applicare soluzioni a misura di frode per ridurre inutili problemi ai clienti: è tempo di cambiare approccio e superare quello unico e uguale per tutti che crea più frizioni del necessario con i clienti. Al contrario, le aziende dovrebbero utilizzare strumenti antifrode che riflettano il valore e il livello di sicurezza necessario per ogni transazione. Ciò significa adeguare le soluzioni perché siano allineate con la reale dimensione delle minacce e con la strategia commerciale.

2. Avere una visione universale del consumatore è centrale per il marketing e la diminuzione delle frodi: ottenere un profilo universale del comportamento del consumatore – oltre il tradizionale punto di vista a 360 gradi – richiede l’accesso a una combinazione di informazioni e dati di identità, di comportamenti online, biometrici, relativi all’intelligenza del dispositivo, allo storico delle transazioni, per interazioni del consumatore, non solo con l’azienda specifica, ma attraverso altri mercati e industrie. Le imprese che sono in grado di tradurre questa conoscenza e usarla per identificare i consumatori possono distinguere un truffatore da un cliente reale più facilmente, creando fiducia lungo il percorso.

3. Espandere il proprio punto di vista attraverso un ecosistema misto: oltre a usare le proprie fonti di dati, le aziende dovrebbero far parte di un ecosistema, operando su diversi settori d’affari. I truffatori hanno a disposizione una mole di dati superiore rispetto al passato, inclusi quelli solitamente utilizzati per verificare le identità, e li sfruttano per creare profili digitali completi. Dunque, occorre acquisire una molteplicità di fonti di dati collaborando sinergicamente.

4. Acquisire agilità e vantaggi di scala con modelli basati sul servizio: aggiornamenti costanti e l’accesso a una nuova logica di rischio che consegue a modelli in abbonamento offrono maggiore flessibilità e risposte più rapide nell’individuazione delle minacce, indipendentemente dalla velocità di crescita dei volumi o dai prodotti, canali o aree geografiche con cui si lavora.

5. Scegliere soluzioni antifrode all’avanguardia: le aziende devono disporre di una varietà di tecnologie e fonti di informazioni tradizionali ed emergenti per colmare il gap di conoscenza e i punti ciechi in cui cercano di nascondersi i frodatori. L’abilità a cambiare strategia velocemente e cogliere la frode più rapidamente migliorando la customer experience è un aspetto critico per l’avanzamento della prevenzione di frodi.

Steve Platt, global EVP, Fraud and Identity di Experian dice: “L’interazione e il confronto con i nostri clienti ci mostrano che le aziende di successo sono principalmente quelle in cui le figure di CMO, CDO e CRO collaborano per comprendere il comportamento dei consumatori e sviluppare soluzioni per la gestione delle frodi generando così nel complesso una migliore esperienza di consumo”.

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