Il Piano “Industria 4.0” rappresenta un cambio strategico per rilanciare la competitività delle imprese
Chi sono le pmi innovative?

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Nella sede del Politecnico di Milano, si è tenuto un seminario promosso da Federalimentare, in collaborazione con il Politecnico di Milano e la Fondazione Politecnico di Milano, diretto a illustrare il Piano alle Aziende alimentari e alle loro rappresentanze, evidenziando le opportunità per il secondo settore manifatturiero del Paese. In particolare, sono state analizzate le principali misure introdotte dal Programma, a partire dagli incentivi per introdurre la digitalizzazione nelle diverse fasi dei processi produttivi, fino ai provvedimenti per lo sviluppo di competenze 4.0 (scuola digitale, alternanza scuola – lavoro, dottorati industriali) e alle possibili aree di intervento agrifood 4.0 in ricerca e innovazione.

All’incontro sono intervenuti il Presidente di Federalimentare Luigi Pio Scordamaglia, il Consigliere Incaricato di Federalimentare per Innovazione, Industria 4.0 e Sostenibilità Aurelio Ceresoli, il Presidente della Fondazione Politecnico di Milano Gianantonio Magnani, il Responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano Marco Taisch, il Direttore per le Politiche Industriali di Confindustria Andrea Bianchi, il Consigliere per le Politiche Industriali del Ministero dello Sviluppo Economico e Presidente del Cluster Agrifood Paolo Bonaretti e la Dr.ssa Carla Galdino in rappresentanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

“Industria 4.0 è una rivoluzione resa possibile dall’adozione di un approccio innovativo nelle politiche di sostegno alla competitività”, ha spiegato Luigi Pio Scordamaglia. “Non più interventi a pioggia senza una chiara direttrice ma una traiettoria ben definita, fatta di programmi mirati, articolati sulla base di priorità orizzontali, e diretti a rilanciare gli investimenti delle nostre imprese”. Le potenzialità nel settore agroalimentare sono ampie, dalla disponibilità di sistemi condivisione e gestione dei dati relativi alla produzione, all’efficientamento dei processi, al rilevamento di dati e parametri, alla tracciabilità all’autenticazione del made in Italy, all’integrazione dei sistemi logistici, in un’ottica di accorciamento delle filiere produttive e maggiore interazione con il territorio. E’ ora cruciale che l’attuazione alle previsioni sia coerente con gli obiettivi perseguiti, garantendo le risorse necessarie e preservando – nel rispetto della cornice delineata – un effettivo margine d’autonomia delle Imprese nella scelta delle tecnologie abilitanti, senza dimenticare la priorità della semplificazione degli adempimenti per l’accesso alle misure di sostegno, nel contesto di una più ampia e non più procrastinabile operazione di smantellamento del carico burocratico che grava sulle Imprese. Federalimentare – ha sottolineato Aurelio Ceresoli – è a fianco delle aziende per incoraggiarle a cogliere appieno le opportunità offerte dal programma Industria 4.0 e agevolare l’adesione alle misure incentivanti nella prossima fase applicativa, anche nella convinzione che il nuovo approccio possa cambiare profondamente il modo in cui l’Industria interagisce col sistema economico del Paese, abilitando finalmente quel modello di Economia Circolare alla base della quarta rivoluzione industriale”.  “Un approccio orientato alla ricerca e all’innovazione è la chiave giusta per rilanciare un settore con forti potenzialità per il Paese – ha precisato Gianantonio Magnani, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano. – È importante unire soggetti provenienti dal mondo dell’università e della ricerca, piccole e medie imprese, che rappresenteranno l’eccellenza nel settore agrofood e che, coerentemente con il nuovo Piano Nazionale Industria 4.0, si orientino all’innovazione tecnologica creando quel ponte necessario tra esigenze nazionali e regionali. È in questa direzione che opera la Fondazione Politecnico di Milano e che collabora ad iniziative di primo piano come quella proposta oggi da Federalimentare e come l’Associazione Cluster di Alta Tecnologia Agrofood Lombardia (CAT.AL.), anch’esso un variegato ecosistema dalle forti potenzialità”.

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