Sipcam e Oxon annunciano i dati preliminari del bilancio consolidato del 2016
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Il mercato mondiale degli agrochimici, dopo anni di crescita, ha manifestato nel 2016 una leggera contrazione (le prime stime parlano di un -2,6%) a causa di condizioni climatiche non favorevoli, del rafforzamento del dollaro americano rispetto alle principali valute internazionali e dalla contrazione dei prezzi delle principali commodities agricole che ha di fatto spinto gli agricoltori e i distributori ad una più attenta gestione del loro capitale circolante.

Sipcam, cui fanno capo la formulazione e la distribuzione di agrofarmaci, fertilizzanti e sementi, ha conseguito una crescita significativa realizzando nel 2016 ricavi per 280,6 milioni di euro (+ 7% rispetto al 2015), con un Margine Operativo Lordo (EBITDA) di 37,8 milioni di euro, pari al 13,5% ricavi. Il Margine Operativo Netto (EBIT) è risultato di 31,3 milioni di euro pari all’11% sui ricavi, con una crescita rispetto al 2015 di oltre 13 milioni di Euro

Per quanto riguarda Oxon, società attiva nella sintesi di principi attivi per agrofarmaci e di intermedi chimici, ha consolidato nel 2016 i propri risultati registrando ricavi per 195,7 milioni di euro (+2% rispetto al 2015) con un EBITDA di 20,9 milioni di euro pari al 10,7% e un EBIT pari a 13,3 milioni di euro. Importante sottolineare il completamento del nuovo impianto produttivo presso lo stabilimento di Mezzana Bigli (PV) che consentirà dal 2017 l’inizio della commercializzazione di un nuovo principio attivo.

“I risultati – afferma Giovanni Affaba, amministratore delegato di Sipcam-Oxon – sono da leggersi in maniera ancor più positiva in quanto il mercato ha registrato segnali di contrazione; crescere in un mercato calante evidenzia la bontà delle scelte strategiche implementate negli ultimi anni e pone le basi per un futuro altrettanto roseo.”

“La nostra politica di crescita – dichiara Nadia Gagliardini, presidente di Sipcam-Oxon – prosegue in un’ottica di sostenibilità sia a livello di portafoglio prodotti che di presenza nei maggiori mercati mondiali. Anche nel 2016 abbiamo realizzato importanti investimenti, materiali e immateriali ed il rafforzamento del dollaro americano pone le nostre produzioni italiane in grado di recuperare maggiore competitività rispetto a quelle asiatiche. Aver sofferto negli anni passati mantenendo gli stabilimenti produttivi in Italia si sta dimostrando una scelta vincente in una visione di medio-lungo termine.”

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