L’anno scorso il Prodotto Interno Lordo ha registrato un tasso di crescita dello 0,9% rispetto all’anno precedente

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ISTATA prezzi di mercato il Pil è stato pari a 1.753.949 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. L’Istat rileva che dal lato della domanda interna nel 2018 si registra, in termini di volume, una crescita del 3,4% degli investimenti fissi lordi e dello 0,5% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate dell’1,9% e le importazioni del 2,3%. La domanda interna ha contribuito positivamente alla crescita del Pil per un punto percentuale (+0,9 al lordo della variazione delle scorte) e la domanda estera netta negativamente, per 0,1 punti.

Anche il debito pubblico italiano, salito al132,1% del Pil nel 2018, è in percentuale al livello più alto mai raggiunto. Lo scorso anno, spiega l’Istat, è infatti stato superato anche il precedente picco del 2014 pari al 131,8%.    In base ai dati di Bankitalia, il debito delle pubbliche amministrazioni nell’intero 2018 è aumentato in assoluto di 53,2miliardi salendo a 2.316,7 miliardi.

Grazie anche a una crescita dell’avanzo   primario (ovvero l’indebitamento netto meno la spesa per interessi) che lo scorso anno è stato pari all’1,6% del Pil (era all’1,4% nel   2017) nel 2018 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è stato del -2,1%, a fronte del -2,4% del 2017. Lo comunica l’Istat.

Nel 2018 la pressione fiscale misurata in rapporto al Pil è rimasta stabile al 42,2% allo stesso livello del 2017. Lo comunica l’Istat in base ai dati definitivi sul prodotto interno lordo. Nell’aggiornamento delle stime macroeconomiche pubblicato a dicembre, il governo aveva previsto che la pressione fiscale si attestasse nel 2018 al 41,9% del Pil.

Il tasso di disoccupazione a gennaio è rimasto stabile al 10,5 per cento, lo stesso livello di dicembre. Lo comunica l’Istat, sottolineando che tra i giovani il tasso sale invece di 0,3 punti percentuali rispetto a dicembre, al 33%. Si tratta di livelli lontani rispetto ai picchi della crisi, superiori al 43 per cento, ma comunque superiori ai livelli pre-crisi di quasi 14 punti percentuali.

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