Il patron di Amazon.com è vicino a uno storico record
Jeff Bezos presto potrebbe diventare la prima persona di sempre a valere 200 miliardi.
Amazon si cala nei panni di una banca

Ancora nessun commento

Jeff Bezos presto potrebbe diventare la prima persona di sempre a valere 200 miliardi. Martedì, infatti, le azioni di Amazon, che Bezos ha fondato nel 1994 e comanda con la carica di chief executive, sono salite dell’1,2%, contribuendo a incrementare di 2,2 miliardi di dollari il suo patrimonio, spingendolo fino al nuovo record di 199,7 miliardi di dollari complessivi. E, visto che Bezos possiede di persona un’importante quota del colosso tecnologico, anche un modesto mutamento nel valore di mercato può aggiungere o sottrarre miliardi alla sua fortuna.

Il record giunge non più tardi di una settimana dopo che Bezos – che possiede l’11,1% della compagnia attualmente valutata 1,68 trilioni di dollari secondo la capitalizzazione di borsa – aveva già raggiunto i 197,8 miliardi di dollari, il patrimonio più alto mai rilevato da Forbes fin da quando la testata ha iniziato a monitorare la ricchezza dei miliardari nel 1982.

Da quando la pandemia ha scosso l’economia a metà febbraio, grazie all’aumento nella domanda di shopping online causata dal confinamento forzato, le azioni di Amazon sono cresciute più del 55%. Il patrimonio di Bezos è così aumentato di quasi 86 miliardi di dollari in poco meno di dodici mesi. Valeva 114 miliardi di dollari, secondo la classifica Forbes dei 400 americani più ricchi nel 2019, un valore che era stato stabilito basandosi sul valore di mercato delle azioni a settembre 2019.

In realtà, il patrimonio di Bezos avrebbe già potuto superare i 200 miliardi, se solo non avesse dovuto affrontare il divorzio più costoso della storia. A luglio 2019, infatti, Bezos ha posto fine ai venticinque anni di matrimonio con MacKenzie Scott, riconoscendole un quarto delle sue azioni Amazon. Ora l’ex moglie possiede, si stima, il 3,8% della società.

Diversamente da Bezos, Scott nel 2019 ha sottoscritto il Giving Pledge, promettendo così di destinare la maggior parte del suo patrimonio a cause filantropiche. Giusto lo scorso mese ha annunciato di aver donato quasi 1,7 miliardi a 116 enti no profit impegnate in istanze quali l’uguaglianza razziale e di genere, la mobilità sostenibile e la salute pubblica. Sebbene si sia impegnata a donare “fino a che la cassaforte sarà vuota”, il suo patrimonio è già cresciuto di 25 miliardi di dollari rispetto a quello registrato dalla Forbes 400 del 2019. E attualmente vale 63,4 miliardi di dollari.

Stando a quanto risulta alle ricerche di Forbes, Bezos ha invece donato circa 360 milioni di dollari in beneficenza. Nel 2018 attraverso Bezos Day One Fund ha donato 97,5 milioni di dollari a una dozzina di organizzazioni che aiutano le famiglie dei senza tetto. Al 14 agosto, come riportato da documenti presentati alla Securities Exchange Commission, Bezos ha donato 2,941 azioni Amazon del valore di 9,3 milioni di dollari a una no profit la cui identità non è stata resa nota.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Reddit
Tumblr
Telegram
WhatsApp
Print
Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ALTRI ARTICOLI

Opportunità di lavoro per gli under 28: le posizioni aperte

È stato nuovamente riaperto il bando per la ricerca di 52.236 volontari per il servizio civile universale. La scadenza, inizialmente fissata per lo scorso 15 febbraio, infatti, è stata prorogata ancora una volta e ora sarà possibile presentare domanda per partecipare a uno dei progetti che si realizzeranno tra il 2024 e il 2025 su tutto il…

Leggi »

Il Giappone sfugge alla recessione: perché interessa anche all’Italia

Sorpresa dal Giappone, che con i dati economici diffusi lunedì 11 marzo e relativi all’ultimo trimestre del 2023 smentisce le previsioni dello stesso governo di Tokyo e cresce dello 0,4%, evitando la recessione tecnica. Un risultato inatteso dall’esecutivo ma comunque ritenuto sotto le aspettative da alcuni economisti. Il Giappone è in un momento complesso dal…

Leggi »

Greenwashing, pubblicata la Direttiva Ue contro le etichette ingannevoli

A partire dal 27 settembre 2026, l’adozione da parte di imprese e professionisti di comportamenti inclusi nella “black list” della nuova direttiva 2024/825/Ue sarà qualificata come “greenwashing“. Tale qualificazione potrà essere stabilita senza la necessità di ulteriori prove, davanti alle competenti autorità degli Stati membri. Il termine “greenwashing” si riferisce al nuovo provvedimento dell’Unione Europea…

Leggi »