Nel solo secondo trimestre gli utili del gruppo Mediobanca sono stati pari a 264 milioni. Tra gli altri dati, riporta una nota, il margine di interesse è salito del 2% a 734 milioni di euro, mentre le commissioni sono a livello record di 443 milioni (+16%). Il rapporto cost/income figura al 43%, l’utile per azione adjusted sale del 17% a 0,59 euro. Il secondo trimestre si chiude con ricavi ai massimi storici, a 753 milioni di euro (+7%).
I dati patrimoniali vedono un calo da 1,597 a 1,470 miliardi delle attività deteriorate lorde, mentre le moratorie in essere ammontano a 373,4 milioni, lo 0,7% degli impieghi. Il CET1 phase-in passa dal 16,3% al 15,4% (includendo un pay-out del 70%), per l’avvio del buyback (circa 65bps) e la crescita degli attivi (circa 30bps assorbita dalla crescita dei volumi in CIB e Consumer) e il closing Bybrook (circa 10bps); il CET1 ratio fully loaded passa similmente da 15,1% a 14,1%; il Total Capital ratio si riduce dal 18,9% al 17,7% (16,6% fully loaded) anche per effetto dell’ammortamento delle passività subordinate. Corporate & Investment Banking: ricavi in crescita (+7%) su livelli record (€391m in 6m) per la sostenuta attività con la clinetela, la maggior diversificazione internazionale e l’unicità dell’offerta IB-PB nel segmento Mid. Utile netto a €132m e ROAC15 al 15% pur scontando extra-rettifiche prudenziali per €25m. Il semestre chiude con un utile netto di 131,7 milioni, confermando un’ottima performance dell’attività con la clientela e livelli di ROAC elevati (15%). Il calo dell’utile (-22,7% a/a) è riferibile unicamente alle minori riprese di valore su crediti e a rettifiche prudenziali su taluni portafogli NPL acquistati da MBCS in un’ottica di progressivo deleverage. I ricavi si attestano sui livelli migliori di sempre (+7,2% a 390,6 milioni), trainati dalle commissioni.