Conti correnti, per un bonifico i clienti pagano fino a 8 euro

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Tassi per chi va in rosso (senza avere un fido) schizzati al 24%, interessi per chi lascia i soldi in banca schiacciati sullo zero virgola (0,006% in media). E spese di gestione alle stelle, con i bonifici per cassa – quelli in contanti allo sportello – che toccano i 7,75 euro (Unicredit); le commissioni per saldare le bollette con l’addebito in conto che arrivano a 4 euro (Bnl); quelle dovute per le tasse (e le comunali come l’Imu sono le più care) che raggiungono i 10 euro (Mps); 5 euro per le rate dell’affitto in contanti(Unicredit); 3 euro per ricaricare le carte prepagate (Bnl, in agenzia). Dura la vita del correntista nel giugno 2013, tra superspese e novità fiscali.

I depositi bancari tradizionali costano sempre di più alle famiglie e la forbice dei tassi si è allargata rispetto a un anno fa. Lo dice la nostra indagine fra cinque grandi banche (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Ubi, Bnl, vedi tabella): il tasso creditore medio è oggi dello 0,006%, in linea con lo 0,005% del marzo 2012. È come dire che, per avere un euro di guadagno (senza contare il bollo da 34,20 euro), bisogna tenerne sul conto 16.700 (sedicimilasettecento). Ma l’interesse passivo medio dovuto da chi osa sforare senza avere un fido si è impennato al 19,8%, contro il 14,5% di un anno fa. C’è insomma ormai una differenza enorme, 19,79 punti, fra quanto le banche remunerano il denaro e quanto incassano, se lo prestano. «Scoraggiamo gli scoperti per favorire i fidi su piccoli importi, a tassi molto inferiori», dicono da Intesa Sanpaolo, che sul rosso tocca il picco del 23,70% (ma non applica spese accessorie, come l’istruttoria veloce).

Un conto corrente per una famiglia che abbia un uso standard della banca, nei cinque istituti analizzati, costa 99 euro all’anno: tanto vale l’Isc, l’Indicatore sintetico di costo voluto dall’Abi e dalla Banca d’Italia, che venerdì ha dichiarato che il costo dei conti correnti è sceso del 4,8%, nel 2012, rispetto all’anno prima. Ma l’Isc non considera le commissioni più costose, che possono portare la spesa ben oltre i 100 euro. In testa ci sono i bonifici. Quelli per cassa, cioè in contanti allo sportello (e su altra banca, in Italia) costano in media, nella nostra analisi, 5,8 euro: vanno evitati. Allo stesso modo, mai saldare le bollette cash: la spesa media è di 2,7 euro. Anche per versare la rata dell’affitto è dovuto un balzello: 2,5 euro se la si addebita in conto. Attenzione a pagare le tasse in banca: per la delega unificata F23-F24 il costo è zero, ma negli altri casi la media è di 7,1 euro. Anche i bonifici ripetitivi si pagano ormai molto: 2,8 euro , con il picco di 4,5 (Mps). E il canone del conto tocca in media i 72 euro, quello della carta di credito i 25,4 euro, il prelievo Bancomat su altra banca non si schioda da 1,6 euro (2 il picco, zero solo in Bnl).

Il tutto mentre l’altro ieri le banche e hanno cominciato a trasmettere all’Agenzia delle entrate i dati dei 35 milioni di conti correnti che serviranno a scovare gli evasori. Sono in piena attività, ma non c’è niente di allarmante, dicono: ciò che comunicano infatti è il dare-avere a fine anno, non i singoli movimenti, perdipiù protetto dalle garanzie della privacy. «Sarà l’incongruenza fra i forti movimenti di denaro e gli altri dati in possesso dell’amministrazione finanziaria, come la dichiarazione dei redditi, a far scattare i controlli – dice Laura Zaccaria, responsabile Direzione norme e tributi dell’Abi – Del resto, facevamo già le comunicazioni mensili sui rapporti aperti o modificati con banche e intermediari, ed è dal 2004 che c’è l’archivio dei rapporti all’Anagrafe tributaria».

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