Im.Co, depositato il concordato

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A un anno e quattro mesi dal fallimento di Sinergia e Im.Co, le due società immobiliari della famiglia Ligresti, le banche creditrici capitanate da Unicredit(guidata dall’ad Federico Ghizzoni) e assistite dagli advisor Lazard e Leonardo & Co, hanno finalmente predisposto la proposta di concordato fallimentare nel tentativo di recuperare almeno una parte della propria esposizione.

Ieri la newco Visconti srl, controllata all’84,7% dalla banca di Piazza Cordusio, all’8,7% dalla Popolare di Milano e al 6,5% da Banca Sai (entrata nel capitale a fronte del credito di circa 21 milioni) ha depositato presso il Tribunale di Milano il piano relativo a Im.Co, che è la società dove sono concentrati gli immobili ex Ligresti e le aree di sviluppo immobiliare, tra cui quella alla periferia Sud di Milano dove dovrebbe sorgere il Centro europeo di ricerca biomedica (Cerba).

Il piano, esposto in un documento di circa 20 pagine, che dovrà ora essere vagliato dal giudice Filippo D’Aquino, prevedere l’iniezione di circa 150 milioni di euro di denaro fresco da utilizzare per soddisfare i creditori non bancari. Gli istituti cercheranno di rientrare dei propri crediti rifacendosi sugli immobili in portafoglio a Im.Co e in particolare sull’area Cerba, al cui sviluppo sarà destinata parte della nuova liquidità messa a disposizione. Il piano, secondo quanto si è appreso, dovrebbe prevedere un tasso di rimborso dei crediti vantati dai fornitori pari al 40% del valore nominale. Nei prossimi giorni dovrebbe essere depositata anche la proposta di concordato fallimentare per Sinergia, la holding cui fa capo il 100% di Im.Co. Una volta effettuato anche questo passaggio le banche e la Fondazione Cerba, presieduta da Umberto Veronesi, e promotrice del progetto del centro di ricerca biomedico, potrebbe ripresentarsi davanti alle autorità amministrative (Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano) per cercare di ottenere l’ok alla costruzione dell’opera, che nei mesi scorsi era stata congelata, in quanto la proprietà dei terreni non faceva ancora capo ai proponenti ma alla curatela fallimentare delle due ex società dei Ligresti.

Sul fronte dell’inchiesta condotta dalla Procura di Torino sul presunto falso in bilancio realizzato dalla passata gestione di Fondiaria-Sai, realizzato, secondo i pm torinesi, attraverso una sottovalutazione delle riserve tecniche, ieri il giudice per le indagine preliminari ha respinto la richiesta di arresti domiciliari presentata dai legali dell’ex presidente della compagnia Jonella Ligresti. La decisione del gip ha colto di sorpresa la difesa della figlia di Salvatore Ligresti, considerato che «in mattinata» i giudici «avevano comunicato l’accoglimento dell’istanza». «Deve esserci stato un equivoco che non mi spiego. È incredibile», ha commentato l’avvocato Lucio Lucia, che assiste l’ex presidente di FonSai. «Stamattina (ieri mattina, ndr)», ha aggiunto Lucia, «è stato detto a voce ai legali che abbiamo inviato in Procura che la richiesta era stata accettata. Nel pomeriggio, invece, è arrivata la comunicazione del respingimento». L’istanza di domiciliari è stata invece accolta per l’ex ad di FonSai, Emanuele Erbetta, che è stato portato nella sua abitazione a Novara. L’ex presidente e l’ex manager di FonSai sono accusati dai pm di Torino di falso in bilancio e aggiotaggio informativo nell’ambito dell’inchiesta che riguarda il bilancio 2010 della compagnia assicurativa.

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