15 anni fà ci fu il Bitcoin Pizza Day: 2 pizze vennero pagate con l’equivalente di oltre un miliardo di dollari odierni
Esattamente 15 anni fà gli appassionati e sostenitori del bitcoin si riunirono in diverse città d’Italia, da Catania a Milano, per festeggiare il Bitcoin Pizza Day. 

Esattamente 15 anni fà gli appassionati e sostenitori del bitcoin si riunirono in diverse città d’Italia, da Catania a Milano, per festeggiare il Bitcoin Pizza Day

Il 22 maggio del 2010, c’è stata la prima transazione, di cui si ha notizia, che ha dato un controvalore economico misurabile al bitcoin: due pizze dal valore di circa 40 euro sono state pagate con 10 mila bitcoin, che al cambio attuale equivalgono a oltre un miliardo di dollari. 

Da allora, la moneta virtuale creata da Satoshi Nakamoto di strada ne ha fatta, considerando che oggi con 1 solo bitcoin, che vale circa 110 mila dollari, si potrebbero comprare oltre 5.500 pizze (considerando un prezzo di 20 euro per una pizza). «Questo basta a capire la valenza del mondo crypto e del bitcoin in particolare, che non è morto neanche a questo giro. Anzi, è qui per restare, ed è ormai chiaro a tutti», commenta Ferdinando Ametrano, fondatore di ChesckSig. 

Dopo la correzione di inizio anno, che ha visto i prezzi crollare di oltre il 20%, nelle ultime settimane il bitcoin è tornato a ruggire, e proprio alla vigilia del Bitcoin Pizza Day ha aggiornato i suoi massimi storici, toccando i 109.450,5 dollari (dati investing.com). «Il fatto che il bitcoin abbia stabilito un nuovo record deve essere visto come l’inizio di un ciclo, e non come la fine – fa notare Adrian Fritz, head of research di 21Shares –. A differenza di quanto si osservava in passato, quando i rally di mercato erano dovuti soprattutto ai movimenti degli investitori retail, la corsa a cui stiamo assistendo oggi si basa su fondamentali molto più solidi: afflussi di investimenti da parte di player istituzionali, un contesto macroeconomico favorevole e la più forte contrazione dell’offerta di bitcoin della storia. Grazie a questi e ad altri fattori favorevoli, tra cui l’allentamento delle tensioni commerciali tra Usa e Cina, riteniamo che il bitcoin sia nella posizione per continuare a crescere». 

E ne è convinto anche Ametrano, che entro i prossimi 12 mesi vede nuovi massimi storici su livelli più alti rispetto a quelli attuali: «Il principale driver sarà l’apertura al mondo delle criptovalute delle banche tradizionali europee – argomenta –. La spagnola Bbva, che per capitalizzazione è tra i primi 10 istituti di credito del Vecchio Continente, ha già lanciato il servizio di trading e custodia di bitcoin ed Ethereum,facendo da apripista alle altre banche. E saranno proprio i capitali europei che arriveranno sul mercato tramite i vari operatori, con un afflusso quasi paragonabile a quello che abbiamo visto negli Stati Uniti con il lancio dei primi Etf sul bitcoin, a guidare la prossima ondata rialzista».

 Insomma, il ventaglio dei potenziali investitori è destinato ad allargarsi in maniera considerevole, sottolinea ancora Ametrano: «Molti risparmiatori conservano ancora una certa diffidenza. Di conseguenza, una ragionevole curiosità o il desiderio di diversificare è rallentato dal fatto di non avere intermediari reputati affidabili. Ma questo quadro cambierà radicalmente nel momento in cui anche le banche tradizionali consentiranno di investire in bitcoin e nelle altre criptovalute», conclude Ametrano.

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