Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, per molti pensionati si profila il pagamento del cedolino Inps più atteso dell’anno
La pensione di dicembre risulta particolarmente consistente perché include la tredicesima, la quattordicesima, per le categorie che ne hanno diritto, la rivalutazione degli importi erogati nel corso dell’anno e il bonus aggiuntivo.

La pensione di dicembre risulta particolarmente consistente perché include la tredicesima, la quattordicesima, per le categorie che ne hanno diritto, la rivalutazione degli importi erogati nel corso dell’anno e il bonus aggiuntivo.

A ciò va aggiunta anche la sospensione delle trattenute legate alle addizionali regionali e comunali.

Quando verranno pagate le pensioni a dicembre

Tra pochi giorni, a partire dal 21 novembre, il cedolino della pensione Inps sarà disponibile sul portale dell’istituto. Il pagamento, invece, è previsto da lunedì 1° dicembre sia per Poste che per le banche. Alle Poste, come sempre, si seguirà la divisione alfabetica dei cognomi:

  • A – B: lunedì 1° dicembre
  • C – D: martedì 2 dicembre
  • E – K: mercoledì 3 dicembre
  • L – O: giovedì 4 dicembre
  • P – R: venerdì 5 dicembre
  • S – Z: sabato 6 dicembre (solo mattina)

A quanto ammonta la tredicesima per i pensionati?

La tredicesima destinata ai pensionati viene determinata partendo dai compensi lordi percepiti nel corso dei mesi. In genere equivale all’ammontare di un mese di pensione, anche se la somma definitiva può cambiare in base al periodo in cui il trattamento è stato effettivamente corrisposto. Per stabilirne il valore, si considerano tutti i pagamenti lordi erogati nell’anno e li si divide per dodici; qualora l’erogazione non abbia coperto l’intero anno, si procede invece con un conteggio proporzionale ai mesi maturati.

Nessuna agevolazione prevista

Nel 2025 questa mensilità aggiuntiva sarà assoggettata alla fiscalità ordinaria, senza alcun tipo di sconto o beneficio specifico. Rimarranno quindi applicate le attuali aliquote Irpef: 23% per redditi fino a 28 mila euro, 35% per quelli fino a 50 mila euro e 43% per importi superiori. Poiché su questa somma non entrano in gioco le detrazioni per lavoro o per carichi familiari, già utilizzate sulle rate mensili, il valore netto risulterà inevitabilmente più contenuto rispetto agli altri pagamenti dell’anno. Salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, non dovrebbero essere previste agevolazioni nemmeno per il prossimo anno, nonostante si fosse parlato di un’eventuale completa esenzione Irpef fino a un’imposta ridotta al 10% durante i lavori iniziali della Legge di Bilancio 2026.

I beneficiari della quattordicesima

Nell’assegno di dicembre 2025 verrà inclusa anche la mensilità aggiuntiva destinata al secondo gruppo di aventi diritto dell’anno, cioè quei pensionati che non avevano ottenuto il pagamento estivo: la cosiddetta quattordicesima. Ma a chi spetterà esattamente e con quali valori? Dodici mesi prima erano stati all’incirca 200 mila i beneficiari di questo accredito supplementare. Potranno riceverla gli ultrasessantaquattrenni che raggiungeranno l’età richiesta nella seconda metà del 2025, così come coloro che conseguiranno il diritto alla pensione nello stesso periodo, purché sia rispettato il requisito anagrafico dei 64 anni. La somma sarà versata in modo automatico e con carattere provvisorio, in attesa delle verifiche successive basate sulla situazione reddituale reale.

Le cifre previste

Per i pensionati con una carriera assicurativa più breve, che va fino a 15 anni di versamenti, o 18 anni nel caso dei lavoratori autonomi, la cifra riconosciuta varia in base al reddito: 437 euro per chi non supera una soglia pari a una volta e mezza il minimo previdenziale, mentre scende a 336 euro quando il reddito si colloca tra 1,5 e 2 volte tale parametro. Se i contributi accreditati oscillano tra 15 e 25 anni (18-28 anni per gli autonomi), l’assegno aggiuntivo risulta più elevato: 546 euro entro il limite di 1,5 volte il minimo e 420 euro per chi rientra nella fascia reddituale superiore, ma sempre sotto le due volte il trattamento base. Chi invece può contare su oltre 25 anni di contribuzione (28 anni per chi ha lavorato in autonomia) avrà diritto al valore più alto: 655 euro quando il reddito resta entro la soglia dell’1,5, oppure 504 euro se la dichiarazione annua rientra nell’intervallo tra 1,5 e 2 volte il minimo previdenziale.

La rivalutazione

Da non dimenticare, poi, come a dicembre si aggiunga anche la rivalutazione degli importi, fissata per il 2025 al +0,8% secondo l’indice provvisorio dell’inflazione. Questo significa che per chi riceve un assegno previdenziale fino a quattro volte il minimo Inps, pari a 2.394 euro, la rivalutazione è pari al 100%. Scende al 90% per quanti percepiscono tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% per chi va oltre questa soglia. Per i trattamenti minimi l’incremento è pari al +2,2%

Il bonus

Nel cedolino di dicembre 2025 sarà accreditato anche il bonus supplementare, che – se sarà uguale al 2024 – sarà di poco meno di 155 euro. Introdotto dalla Finanziaria 2001 (articolo 70, legge 23 dicembre 2000, n. 388), il contributo viene riconosciuto a chi percepisce una o più pensioni con un importo complessivo non superiore al trattamento minimo e che si trovi in determinate condizioni reddituali. L’integrazione è destinata ai titolari di pensioni dell’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e di forme sostitutive o integrative gestite dall’Inps o da enti previdenziali privatizzati. Sono esclusi i trattamenti di natura assistenziale e leprestazioni esterne al sistema pensionistico. La verifica del diritto al supplemento si basa su due criteri: l’importo della pensione e il reddito complessivo ai fini Irpef. 

Dicembre sospensione delle trattenute

A dicembre non vengono più applicate le trattenute relative alle addizionali regionali e comunali. Queste, infatti, vengono recuperate in undici rate da gennaio a novembre dell’anno successivo al quale si riferiscono.

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