UniCredit nel primo semestre 2015 ha realizzato un utile netto di 1.034 milioni di euro

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“Si tratta di un risultato di grande valore – ha commentato l’amministratore delegato Federico Ghizzoni – in un contesto ancora sfavorevole per l’industria bancaria, che vede tassi di interesse ai minimi storici. Abbiamo rafforzato i coefficienti patrimoniali, che confermano la solidità del Gruppo, con ulteriori prospettive di crescita legate anche all’operazione Pioneer. Per UniCredit – in controtendenza rispetto alla media di settore in Italia – è confermato il miglioramento significativo nella qualità degli impieghi, con una diminuzione dei crediti deteriorati, frutto di una migliore tenuta di quelli in bonis e di maggiori recuperi. In un quadro di moderata ripresa economica, sia in Italia sia in Europa, UniCredit ha assicurato un’importante crescita dei nuovi finanziamenti. Il nuovo credito a medio e lungo termine erogato a imprese e famiglie in tutti i principali paesi in cui operiamo nel primo semestre è in crescita di circa il 40 per cento”.

Il Gruppo registra ricavi totali per 11,5 miliardi di euro (+0,9% a/a) mentre i costi ammontano a 6,9 miliardi (+1,6% a/a) con un cost/income del 60% (invariato nel confronto semestrale).
A livello patrimoniale, il totale dell’attivo diminuisce a 875,1 miliardi di euro (-25,5 mld trim/trim), a causa della riduzione dei crediti verso la clientela e dell’attività di negoziazione, mentre il rapporto Rwa / totale dell’attivo si attesta al 46,4% nel secondo trimestre con Rwa in calo a 405,9 miliardi (-14,7 mld trim/trim) grazie alla contrazione degli Rwa di credito (-8,0 mld trim/trim) e di mercato (-6,2 mld trim/trim).
Per quanto riguarda la qualità dell’attivo, inoltre, nel secondo trimestre i crediti deteriorati lordi diminuiscono a 81,7 miliardi (-1,8% trim/trim), con il rapporto crediti deteriorati netti/totale crediti netti in calo all’8,4% (-0,7% trim/trim) e il tasso di copertura al 51,0% (+0,4% trim/trim). Le sofferenze lorde calano a quota 51,3 miliardi (-0,2% trim/trim), con il tasso di copertura stabile al 61,7%, mentre gli altri crediti deteriorati totalizzano 30,5 mld (-4,3% trim/trim).
Infine, a livello di coefficienti patrimoniali, includendo l’operazione su Pioneer il CET1 ratio transitional è al 10,92%, mentre il CET1 ratio fully loaded pro-forma aumenta al 10,84% se si tiene conto anche del valore corrente della riserva AFS.

I dati della core bank evidenziano un utile netto di 1,7 miliardi di euro (-3,9% a/a) – dopo un secondo trimestre da 819 milioni (-6,9% trim/trim, +7,9% a/a) – con una redditività annualizzata dell’8,9% nel secondo trimestre.
Il margine operativo netto si attesta a 3,6 miliardi di euro (+0,5% a/a) dopo un secondo trimestre in calo a 1,8 miliardi (-4,9% trim/trim, -6,6% a/a), con ricavi a 11,4 miliardi (+1,9% a/a) in lieve crescita anche nel secondo trimestre (5,7 mld, +0,1% trim/trim e +0,1% a/a). In questo ambito, il margine di interesse è in calo a 5,9 miliardi (-3,5% a/a) – dopo un 2° trim da 3,0 mld (+1,8% trim/trim, -4,4% a/a) – mentre le commissioniaumentano a 3,9 miliardi (+5,2% a/a) anche se risultano stabili nel secondo trimestre (2,0 mld, -0,1% trim/trim, +3,1% a/a) e i ricavi da negoziazione raggiungono quota 1,1 miliardi (+33,3% a/a) dopo un secondo trimestre da 462 mln (-25,5% trim/trim, +38,3% a/a). Infine i dividendi e gli altri proventi ammontano a 435 milioni di euro (-8,8% a/a).

I costi totalizzano invece 6,5 miliardi di euro (+2,0% a/a) dopo un secondo trimestre da 3,3 mld (+1,6% trim/trim, +3,6% a/a), con le spese per il personale in crescita a 4,1 mld (+3,4% a/a) e le altre spese amministrative in calo a 2,2 mld (-1,2% a/a); infine il rapporto costi/ricavi si attesta al 57,6%, stabile nel confronto semestrale.
Le rettifiche su crediti ammontano a 1,2 miliardi di euro (+5,5% a/a) per un costo del rischio a 55 bps (+2 bps a/a) dopo un secondo trimestre da 615 milioni (+8,1% trim/trim, +2,6% a/a) per un costo del rischio di 56 bps.
A livello di grandezze patrimoniali, infine, su base trimestrale i crediti verso clientela si riducono a 432,6 miliardi (-1,7% trim/trim), con i prestiti commerciali in aumento (+0,5% trim/trim) mentre la componente controparti istituzionali e di mercato è in riduzione a 36,2 mld (-20,9% trim/trim).
La raccolta diretta cresce invece a 473,6 mld (+1,8% trim/trim) con la parte commerciale in aumento a 405,9 mld (+1,0% trim/trim) e le controparti istituzionali e di mercato in crescita a 67,6 mld (+7,5% trim/trim).

Per quanto riguarda la non-core bank, nel secondo trimestre i crediti lordi registrano un ulteriore calo a 69,9 mld (-2,2 mld trim/trim, -10,9 mld a/a) a seguito della diminuzione dei crediti in bonis a 16,1 mld (-1,0 mld trim/trim, -8,9 mld a/a) e beneficiano delle cessioni dei crediti in sofferenza per un valore contabile lordo pari a 734 mln.

I crediti deteriorati lordi ammontano a 53,7 miliardi (-2,1% trim/trim), con un coverage ratio al 51,6% (dal 51,8% del primo trimestre), mentre le sofferenze lorde sono in lieve aumento a 36,4 mld (+0,4% trim/trim) – con un coverage ratio superiore al 60% – e gli altri crediti deteriorati sono in diminuzione a 17,3 mld (-6,9% trim/trim) con un coverage ratio al 32,8 per cento.
Il risultato netto del secondo trimestre registra una perdita di 296 milioni di euro, in netta riduzione rispetto ai 367 milioni del 1° trim, grazie al calo delle spese (-35 mln) e a minori rettifiche su crediti (da 411 mln nel 1° trim a 298 mln).

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