L’Economia italiana si sta lentamente riprendendo dopo anni di stagnazione
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Secondo l’indice Esi (Economic sentiment indicator)pubblicato ieri dalla Commissione Europea, ad Ottobre l’Italia ha sorpassato la Spagna attestandosi con 110,1 come il ‘paese con più fiducia’ tra le quattro maggiori economie dell’Eurozona, con 0,9 punti in più rispetto al 109,2 di un mese fa.

Si tratta del valore più elevato dal 110,8 di aprile 2007, cui corrispondeva un incremento del PIL di circa 2,3% y/y (storicamente), ben sopra lo 0,7% del secondo trimestre. Ma l’indice ESI della fiducia economica non è l’unico fattore a mostrare un futuro più luminoso per l’Italia.

La produzione industriale ad Agosto sembra finalmente tornare a crescere, seppur lentamente, dopo una lunga ondata di crescita nulla o negativa (2012-2014); anche gli indici PMI manifatturiero e dei servizi di Ottobre indicano un incremento moderato, attestandosi rispettivamente a 52,7 e 53,3; le vendite al dettaglio sono aumentate ad Agosto del 1,3% y/y e stiamo inoltre assistendo ad un miglioramento sostenibile dell’occupazione.

Un primo resoconto dell’andamento del mercato del lavoro Italiano mostra come il tasso di disoccupazione sia sceso da 11,9% a 11,8% durante l’ultimo mese, rispetto ad un’aspettativa generale di un valore immutato a 11,9%.

Nel Novembre 2014 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 13%. Il numero di occupati è risalito di più di 250.000 dalla fine del 2013, accompagnato da un miglioramento del tasso di attività, che dopo una caduta dal 59% pre-crisi di inizio 2008 al 55,3% di Settembre 2013, si trova al momento a 56,5%.

Detto questo, il tasso di disoccupazione rimane troppo elevato – il doppio rispetto ai livelli pre-crisi – e la disoccupazione giovanile del 40,7% è ancora terribilmente alta, sebbene sia anch’essa in qualche modo scesa rispetto i massimi del 43,7%.

Questi valori dovrebbero diminuire ulteriormente negli anni seguenti, grazie alla possibilità per l’Italia di beneficiare di fattori temporanei, quali un euro debole e bassi prezzi delle materie prime, e di fattori permanenti come riforme strutturali – anche se in questo ambito vorremmo vedere qualche sforzo in più.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi potrebbe finalmente sollevare l’Italia da anni di crisi (preceduti comunque da una crescita piuttosto contenuta). Il lavoro è appena cominciato, ma si stanno prendendo in seria considerazione aree quali l’occupazione e l’istruzione.

La crescita dovrebbe riprendersi dallo 0,8% di quest’anno verso un livello di 1,5% per il prossimo (con le aspettative di 1,2%), ma per poter vedere una crescita più consistente dal 2017 in avanti – e arrivare a poter competere con la ripresa Spagnola – l’Italia deve (ri)mettersi a lavorare alle riforme.

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