L’Ivass affila le armi per combattere le frodi nel settore assicurativo
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Per verificare quanto le compagnie siano effettivamente impegnate a stanare sinistri falsi e gonfiati, l’istituto di controllo guidato da Salvatore Rossi non ha risparmiato le ispezioni presso le imprese. Finora ce ne sono state sei e altre potrebbero aggiungersi nei prossimi mesi. L’obiettivo è verificare la qualità delle organizzazioni interne per il contrasto alle frodi e anche la qualità dei dati forniti all’Aia, l’archivio informatico antifrode gestito da Ivass. Lo strumento è operativo dallo scorso giugno e sta cominciando a dare frutti, come spiegato dal consigliere dell’Ivass, Riccardo Cesari. Già nel 2015 il 10% dei sinistri complessivi denunciati nel mercato è stato soggetto ad approfondimento antifrode (pari a 297.460 sinistri). «Ora grazie ai nuovi strumenti forniti dall’Aia questi numeri sono destinati a lievitare», spiegano dall’Ivass. E la conseguenza più evidente di questa lotta alle frodi non è tanto portare i truffatori in tribunale (a meno che non si tratti di strutture organizzate) quanto soprattutto scoraggiare il piccolo frodatore o chi ha provato a gonfiare il risarcimento di un incidente effettivamente verificatosi che, dopo essere stato segnalato nel sistema antifrode, ritira spontaneamente la denuncia. Già nel 2015 i sinistri chiusi senza seguito dopo l’accertamento antifrode sono stati 43.062, pari al 14,5% di quelli finiti nella rete dell’antifrode «e quest’anno stiamo avendo ottimi risultati», annunciano dall’Ivass. Cesari ha illustrato i prossimi passi che riguardano l’Aia e che saranno realizzati nel 2017. «Si va dagli strumenti avanzati di detection», con l’analisi dei dati che riguardano anche i professionisti che lavorano nel settore, come legali e medici, al «completamento degli archivi interconnessi». Da sistemare c’è poi la questione dell’attestato dinamico: oggi se viene denunciato un sinistro con colpa negli ultimi due mesi prima della scadenza del contratto assicurativo la classe di merito dell’automobilista non viene aggiornata. Uno stratagemma che a Napoli devono avere ben presente visto che la gran parte degli assicurati è in prima classe (la più virtuosa). Per questo all’Ivass stanno mettendo a punto un correttivo che dovrebbe arrivare a breve.

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