Consob: “Su Etruria e Carife le carte arrivate con 4 anni di ritardo”
Consob segnala quattro società non autorizzate a operare in Italia

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Nella relazione che il vice direttore generale della Consob ha presentato alla commissione parlamentare sulle banche, emerge che Banca Etruria non ha informato i risparmiatori sulla gravità della situazione, mentre per Carife la stessa Consob è venuta a sapere “solo nel 2017 che la banca era in crisi dal 2010”, prima dell’emissione dei bond 2013.

Nella giornata in cui il Presidente Giuseppe Vegas viene sentito dalla commissione parlamentare sui crac bancari, la Consob rende nota la relazione che il vice direttore generale D’Agostino ha presentato proprio alla commissione, intervenendo sui casi di Banca Etruria e Carife. In particolare sulla banca toscana, la Consob ha ribadito di aver conosciuto alcuni rilievi della Banca d’Italia nei confronti di Banca Etruria solo a distanza di quattro anni.

Le carte, afferma la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, sono state trasmesse dalla Nuova Banca Etruria nel maggio del 2016 e, in un caso, un documento era un rilievo della Banca d’Italia inviato ad Arezzo nel luglio 2012. Sulla base delle carte sconosciute, ricevute l’anno scorso dagli organi della risoluzione, la Consob quest’anno ha irrogato sanzioni agli ex vertici dell’Etruria per 2,75 milioni. “In buona sostanza – ha affermato D’Agostino – Banca Etruria ha proceduto alla propria patrimonializzazione, senza mai dichiarare di essere in una situazione di grave criticità gestionale e patrimoniale, così come indicato dalla Vigilanza già nel luglio 2012. Veniva cioè omesso di indicare ai risparmiatori e alla Consob, che tutte le operazioni di patrimonializzazione erano necessarie per la sopravvivenza della Banca, affermando unicamente che si trattava di allineamento ai nuovi standard patrimoniali”.

La Consob ha spiegato anche la sua attività di vigilanza sui servizi di investimento di Cassa di risparmio di Ferrara, ricordando che “solo dalla documentazione trasmessa dalla Procura di Ferrara nel maggio 2017, e’ emerso che, gia’ a partire dal 2010, la Banca aveva consapevolezza di rilevanti elementi critici che riguardavano la sua situazione patrimoniale e gestionale, nonche’ il profilo di rischio delle proprie azioni”. Gli elementi critici non erano quindi nel prospetto per i bond subordinati approvato da Consob nel 2013. I bond di Carife, emessi per un importo complessivo di 148 milioni, sono stati azzerati con la risoluzione nel 2015.

E’ proprio dall’attività delle Procure, emerge dunque dalla relazione Consob, che si è conosciuta la vera criticità della situazione. Consumatori tenuti all’oscuro.

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