Finalmente torna la speranza per i lavoratori della Melegatti
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Tornano dopo tanto a credere in un futuro meno amaro e senza cassa integrazione. Grazie al caso che si è sviluppato intorno al noto marchio dolciario notoriamente in crisi di liquidità, i consumatori stanno a loro modo solidarizzando con i lavoratori. Sicuramente nel modo migliore per assicurare loro il prosieguo dell’attività: prenotando e acquistandoi pandori da loro confezionati. Soltanto poche settimane fa, dopo aver portato i libri in tribunale, la società veronese sembrava veleggiare verso mari tranquilli grazie agli ordini ingenti di prodotti arrivati dal mercato. Ma pochi giorni fa la società ha messo sul tavolo l’ipotesi di cassa integrazione e denunciato l’estremo ritardo con il quale è stata avviata la produzione natalizia. Un ritardo che avrebbe impedito ai dolci di arrivare per tempo sugli scaffali della grande distribuzione. Infatti, i pandori Melegatti sarebbero arrivati nei supermercati solo a ridosso delle feste, quando i prezzi diventano scontatissimi e competitivi. Ora la nuova svolta: già dalla seconda metà del mese, racconta l’Arena, i dipendenti si metteranno all’opera per confezionare i dolci pasquali. E l’accordo di cassa integrazione è stato ritirato dal tavolo dell’azienda di San Giovanni Lupatoto: non sarà necessario. A determinare questa svolta, Bruno Piazzola e Lorenzo Miollodopo giorni di tensione e acceso dibattito tra azienda, sindacati e commissari del Tribunale. Si è arrivati dunque, con molta fatica a un accordo migliore per i lavoratori. In attesa delle prossime festività, si sforneranno comunque 5mila pandori e panettoni da vendere nello spaccio aziendale. La notorietà donata dai social contribuirà alla di sicuro alla causa.

Un po’ di storiaTra i prodotti facenti parte del catalogo di Melegatti, il pandoro è probabilmente quello che maggiormente identifica l’azienda veronese, oltre ad essere stata la prima creazione di Domenico Melegatti, che ne inventò nome, forma (tronco di cono con sezione a stella ad otto punte) e ricetta. Inventato nel 1894, il pandoro nacque da una tradizione natalizia della città di Verona: un tempo, la notte della Vigilia, le donne veronesi si riunivano per realizzare il “levà”, un impasto di farina, latte e lieviti. Domenico Melegatti rinnovò la ricetta togliendo le mandorle e i granelli di zucchero, che considerava controproducenti per la lievitazione, e aggiungendo alla ricetta originaria quantità maggiori di burro e uova. L’impasto così realizzato richiede oltre 10 ore di lievitazione e 6-7 cicli di impasto, per un totale di circa 36 ore di lavorazione. Conosciuto al giorno d’oggi come dolce tipico natalizio, in origine il pandoro era però considerato un dolce da mangiarsi tutto l’anno, in particolare la domenica e in altri giorni di festa. Diede un forte impulso alla crescita di Melegatti, ed è per questo motivo che la nascita dell’industria viene fatta coincidere con la data del Certificato di Privativa Industriale che attesta l’invenzione del pandoro.

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