Una parte consistente della recente elevata inflazione nell’area euro va imputata ai prezzi del gas
Una parte consistente della recente elevata inflazione nell'area euro va imputata a spinte arrivate dal lato dell'offerta, su cui hanno avuto un ruolo preminente i prezzi del gas e le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali.
Inflazione

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Una parte consistente della recente elevata inflazione nell’area euro va imputata a spinte arrivate dal lato dell’offerta, su cui hanno avuto un ruolo preminente i prezzi del gas e le strozzature nelle catene di approvvigionamento globali. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dalla BCE dal titolo Shocked to the core: a new model to understand euro area inflation che rileva anche che “è probabile che questi fattori continuino ad avere un ruolo rilevante sulle future dinamiche dell’inflazione”.

Anche per questi motivi, tra l’altro, si raccomanda una revisione di alcuni elementi chiave nei modelli previsionali. “Il gas naturale potrebbe essere sempre più utilizzato nel processo della transizione verde, dopo che è stato classificato come fonte di energia sostenibile nel 2022 dalla Commissione europea. 

Analogamente – rileva lo studio – i problemi nelle catene di approvvigionamenti probabilmente torneranno a verificarsi, come nel caso degli elevati costi ditrasporto marittimo correlati alle tensioni nel Mar Rosso”. “Per queste ragioni i modelli sull’inflazione dovrebbero assegnare agli shock sui prezzi del gas anche più rilevanza rispetto ai tradizionali shock sui prezzi del petrolio. Dovrebbero anche integrare il tema delle catene di approvvigionamento, oltre a quello più generico sugli sviluppi nell’offerta aggregata. In futuro – prosegue l’analisi – potrebbero materializzarsi nuovi tipi di spinte all’inflazione” e per questo i modelli previsionali devono disporre di una adeguata flessibilità.

Ieri intanto Claudia Buch, presidente del ramo di vigilanza bancaria della Bce in una intervista al Financial Times, ha detto che “nell’area euro stiamo già vedendo aumenti di fallimenti, crediti deteriorati e ritardi dei pagamenti. Stiamo seguendo attenzione questo aspetto e la ragione per cui dobbiamo stare molto attenti e’ assicurare che il sistema (bancario) sia sufficientemente resiliente”. 

Al momento, ha comunque sottolineato, gli istituti di credito dispongono di“buone posizioni in termini patrimoniali”

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