Giudizio immediato per Ligresti

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L’appuntamento di Salvatore Ligresti con il tribunale di Torino è fissato per mercoledì 4 dicembre. L’ufficio del gip ha dato il via libera alla richiesta di giudizio immediato presentata dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta sulla passata gestione diFondiaria-Sai.

Con l’ingegnere di Paternò saranno imputati (con le accuse di false comunicazioni sociali e aggiotaggio) la figlia Jonella e i tre manager che lo scorso luglio sono stati colpiti da un ordine di custodia cautelare, Antonio Talarico, Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta. Il via libera al giudizio immediato rappresenta un punto a favore dei pm Marco Gianoglio e Vittorio Nessi, visto che questo istituto, che consente di saltare diversi passaggi procedurali, può essere concesso solo «quando la prova appare evidente» e per «prova» si deve intendere il materiale raccolto durante le indagini. Ligresti e gli altri indagati, adesso, potranno evitare la trafila di udienze solo patteggiando o chiedendo il giudizio abbreviato.

 

Decolla così il primo troncone (che riguarda presunte irregolarità di bilancio che permisero l’indebita distribuzione ai Ligresti di dividendi per 250 milioni) della più ampia inchiesta torinese sul gruppo assicurativo. Un secondo è già sulla rampa di lancio. I pm stanno per notificare l’avviso di chiusura indagini (un atto che annuncia l’intenzione di chiedere il rinvio a giudizio) a Paolo Ligresti, fratello di Jonella, che a luglio sfuggì alla cattura grazie alla cittadinanza elvetica, al manager Pier Giorgio Bedogni e alla stessa FonSai, chiamata in causa come persona giuridica. Il destino degli altri indagati verrà deciso nelle prossime settimane. Il Movimento Consumatori, che sta raccogliendo le deleghe per opporsi nelle prossime assemblee al matrimonioFonSai-Unipol, esulta per l’accoglimento del giudizio immediato, «una strada coraggiosa che porterà in breve tempo alle condanne degli imputati e al risarcimento degli azionisti», ma per gli indennizzi, pur auspicando una «soluzione stragiudiziale», annuncia che esplorerà l’ipotesi di chiedere sequestri conservativi. Le buone notizie per i Ligresti arrivano dalla Svizzera. Il magistrato ticinese John Noseda ha deciso la revoca di tutti i sequestri penali ordinati lo scorso settembre nel territorio del Cantone sui beni riconducibili alla famiglia o a società collegate: si parla di una trentina di milioni di euro depositati su conti bancari aperti in istituti di credito di Lugano.

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