Unicredit, direttore filiale Bari sparisce. “Mancano 50 milioni”

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L’assegno era da poco più di un milione di euro ed era a chiusura di un nuovo importante affare per la città: “Ci dispiace, ma non possiamo incassarlo. È scoperto”.

Il principio di questa storia, che al momento è soltanto abbozzata e chissà quante strade dovrà prendere ancora, è questo qui: un assegno tornato indietro. Il resto è “La Stangata”, forse il più bel colpo che Bari ha conosciuto negli ultimi anni.

Da una filiale dell’Unicredit di Bari è sparita qualche decina di milioni di euro. Cinquanta milioni probabilmente. E con loro è sparito anche il direttore, Michele Scannicchio, ora indagato dalla Guardia di Finanza.

I presunti truffati sono due tra i più famosi imprenditori della città che hanno raccontato di aver visto sparire nel nulla soldi che pensavano invece fossero in investimenti sicuri.

Essendo la storia però molto complessa e soprattutto appena cominciata – le indagini sono partite nemmeno 48 ore fa – è possibile che conosca nuove sfaccettature e incontri nuovi percorsi già nelle prossime ore.

Unicredit per esempio, che ha messo al lavoro le migliori risorse interne, è serenissima. Ha consegnato già ieri pomeriggio una lunghissima denuncia dettagliata con allegata una marea di documenti che testimonierebbero il funzionamento perfetto del controllo interno e come soprattutto dai conti correnti in realtà non sia venuto fuori nemmeno un euro.

“La banca – dicono – è parte lesa nella vicenda. Noi abbiamo fornito la massima collaborazione sin dal principio alle forze di polizia che stanno indagando, fornendo tutto quello che c’è stato richiesto”. Che è successo dunque? E’ bene raccontare la storia dal principio. Da quell’assegno.

A firmarlo è L’Ingegnere, lo chiameremo così, uno dei due presunti truffati. Che chiude un accordo con un famosissimo imprenditore per un affare da chiudere in città. Messo all’incasso, l’assegno risulta però scoperto.

“Impossibile” risponde l’Ingegnere che chiama immediatamente il suo direttore di banca. Che è però irraggiungibile. Non è andato in ufficio e il telefonino risulta staccato, muto così com’è rimasto fino a oggi.

Il direttore si chiama Michele Scannicchio e ha un curriculum perfetto, mai nessuno avrebbe potuto dubitare di lui. La sera prima, nella notte tra il 17 e il 18 febbraio, la moglie si era però presentata a una caserma di carabinieri per denunciare la sua scomparsa.

“Era fuori per lavoro e non è tornato. Non so che fine abbia fatto” racconta, per quello che in quel momento viene derubricato come un allontanamento volontario. Ed effettivamente fino a ieri pomeriggio di Scannicchio non c’era traccia. Quando il direttore non risponde, però l’Ingegnere si allarma e corre a verificare il perché l’assegno fosse scoperto. Effettivamente sul conto corrente c’era molto meno di quello che lui immaginava. Va così in ufficio e prende tutti i documenti che il direttore gli aveva dato negli ultimi mesi dove effettivamente emergerebbero cifre e disponibilità molto maggiori rispetto a quelle reali.

Dove sono finiti i soldi? Non sono pochi: si parla di qualche decina di milione di euro, 25 solo per l’Ingegnere pare.

A questo punto entra in scena il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che comincia le indagini. Perquisisce la filiale, va a casa di Scannicchio, chiede i documenti, comincia a interrogare colleghi e testimoni. Appare subito evidente che le carte in mano dell’Ingegnere sono falsi: o meglio la carta intestata è originale, ma il resto è posticcio, preparato dal direttore. Falsi insomma.

Unicredit avvia le indagini interne. Non filtra nessun particolare dalla banca ma dagli atti depositati sembrerebbe che emerge una storia abbastanza chiara: sui conti non ci sono stati movimenti anomali. Quello che c’era, c’è, sulla carta non è sparito un euro. A questo punto toccherà alla Guardia di Finanza scoprire dove sono finiti i soldi dei due imprenditori che risultano agli atti, insomma dove sono – e se ci sono – i cinquanta milioni di euro. Ci sarà tempo comunque, perché la storia è appena cominciata.

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