Le rimesse vengono aperte sempre piu’ spesso a colpo sicuro per asportare mezzi anche di gran valore, probabilmente per mezzo delle applicazioni per tracciare il percorso.
A far sì che i proprietari possano aiutare i ladri a sottrarre loro i mezzi preziosi sono le applicazioni per il tracciamento dei percorsi, il monitoraggio delle performance e la condivisione delle esperienze sportive vissute.
Ciclisti e corridori ne fanno un gran uso: basta uno smartphone o un orologio dotato di Gps da indossare mentre si esce per correre, camminare o pedalare. Esistono da anni piattaforme di condivisione delle proprie esperienze e “app” che tengono monitorato il chilometraggio e calcolano dislivelli, tempi e calorie consumate. Tutte in comune hanno un denominatore: alla fine si può condividere con gli altri la cartina del percorso fatto e l’allenamento (o la gara) portati felicemente a termine. Le fotografie sui social dei percorsi e la condivisione con gli “amici” sui portali internet dedicati e sui social, sono la normalità. C’è un però: le mappe dei percorsi sono precisissime. Quasi sempre il punto di partenza e di arrivo dei ciclisti è il medesimo: casa, il proprio garage e la propria cantina dove lasciare la bici.
Una precisione tale che, un malintenzionato, magari iscritto alla stessa piattaforma o social, può intuire dove si trovi la bici migliore vista pubblicata in foto assieme al sorridente proprietario sui social, andando a colpo sicuro anche tra decine di garage tutti uguali nella medesima palazzina. La raccomandazione, per non rischiare di diventare complici dei ladri, se proprio non si può fare a meno di condividere con gli alti i propri percorsi, è di far almeno partire le applicazioni ed i Gps quando si è a qualche chilometro da casa. Spegnendoli al ritorno qualche chilometro prima.