A Milano chiude l’hub vaccinale delle Scintille. Diventerà un centro culturale
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Dopo 674 giorni e 2,4 milioni di dosi di vaccino anti-Covid somministrate, chiude il più grande hub vaccinale d’Italia, quello allestito all’interno del Palazzo delle Scintille a Milano, in quelli che erano gli spazi della vecchia fiera cittadina (accanto si trova ancora la sede di Fondazione Fiera Milano) e che oggi sono di proprietà di Generali Real Estate, come tutta l’area circostante, su cui si sta sviluppando il progetto urbanistico di CityLife. Proprio in questo contesto, ha detto Roberto Russo, direttore delle opere pubbliche-residenziali di Generali, troverà una sua collocazione il Palazzo delle Scintille, che diventerà una struttura aperta alla città, destinata a ospitare eventi culturali e attività sportive.

Proprio la chiusura ufficiale è stata l’occasione per presentare il libro «Dodici respiri», di Saschia Masini, che racconta come sia stato possibile realizzare in appena dieci giorni, all’interno di due padiglioni fieristici messi a disposizione da Fondazione Fiera Milano, un vero e proprio ospedale con 157 posti letto di terapia intensiva, diretto da Nino Stocchetti, direttore della Neurorianimazione del Policlinico di Milano e autore di una delle postfazioni del libro. Assieme a lui, durante la cerimonia, sono intervenuti anche Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico e autore di una seconda postfazione, e gli autori delle prefazioni: Guido Bertolaso, assessore al Welfare di Regione Lombardia, ed Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano.

Presente anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: «Palazzo delle Scintile e Ospedale in fiera rappresentano l’anima dei lombardi, la loro capacità di reazione e di affrontare qualunque prova. Oltre 800 persone hanno lavorato nell’Ospedale, come volontari, impegnando tutte le proprie forze giorno e notte, 24 ore su 24, consentendo di ridurre i tempi per la realizzazione».

«Il Covid non è finito, ma per fortuna la situazione ora è sotto controllo – ha detto Guido Bertolaso –. Per questo abbiamo ritenuto opportuno chiudere questa struttura che è stata sicuramente uno dei simboli più importanti di questa guerra, che oggi possiamo dire di aver vinto». A dare i numeri di questa struttura è stato Enrico Pazzali: «Insieme a centinaia di persone e a migliaia di benefattori è stata creata una vera e propria terapia intensiva nei padiglioni della Fiera, al Portello – ha spiegato –. Una struttura di 25mila metri quadrati di superfice, con 157 letti che hanno accolto oltre 530 pazienti, la maggioranza dei quali in gravi condizioni».

«È stata una esperienza professionale unica per tutti noi – ha detto Ezio Belleri –. Una vera e propria rivoluzione nella gestione dell’organizzazione sanitaria: dietro un singolo posto letto, dietro ogni singolo paziente hanno lavorato decine di collaboratori. In Fiera abbiamo avuto 157 letti e nel frattempo abbiamo continuato a gestire i 900 letti al Policlinico. Prima di Covid-19, a un grande ospedale come il nostro bastavano 17 letti di terapia intensiva;
invece, durante le due ondate siamo arrivati a ricoverare contemporaneamente 110 pazienti in terapia intensiva e altri 220 in terapia sub-intensiva: un terzo dell’intero ospedale era occupato da persone in condizioni gravissime».

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