Aggiotaggio del manager, capogruppo responsabile

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Scatta la condanna per responsabilità amministrativa dell’ente ai sensi della «231» a carico della società capogruppo per l’aggiotaggio commesso da un manager della controllata.

È quanto affermato dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 4324 del 29 gennaio2013.

In particolare, la quinta sezione penale ha confermato, ai soli fini civili in quanto il reato si è prescritto, la responsabilità per aggiotaggio a carico di alcuni ex vertici di Unipol e del gruppo stesso ai sensi della «231», responsabilità amministrativa dell’ente.

«Ai finì di detta responsabilità», motivano i supremi giudici, «è sufficiente che il soggetto autore del reato abbia agito per un interesse non esclusivamente proprio o di terzi, ma anche per un interesse riconducibile alla società della quale lo stesso è esponente». Insomma, al contrario di quanto sostenuto dal gruppo, «siffatto titolo di responsabilità è individuabile anche all’interno di un gruppo di società; potendo la società capogruppo rispondere per il reato commesso nell’ambito dell’attività di una società controllata laddove il soggetto agente abbia perseguito anche un interesse riconducibile alla prima». Nell’ambito della stessa inchiesta la Suprema corte ha reso un’altra decisione poco più di un mese fa,sentenza n. 49362, e con la quale aveva annunciato la linea dura. In quell’occasione Piazza Cavour ha affermato che l’aggiotaggio si configura anche in assenza di un patto parasociale fra l’istituto di credito e i contropattisti. La quinta sezione penale della Suprema corte spiegò perché, lo scorso 7 dicembre, aveva disposto l’annullamento con rinvio di 11 assoluzioni tra le quali quella all’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio. In particolare, la Suprema corte ha sottolineati che «quanto agli imputati appartenenti al novero dei cosiddetti “contropattisti”, la pur intangibile esclusione dell’esistenza di un patto parasociale con l’Unipol non sarebbe valsa ad escludere radicalmente un loro concorso nel reato di aggiotaggio». La Cassazione, fra l’altro, era ben consapevole che la prescrizione per gli 11 imputati è dietro l’angolo, visto che i termini prescrizionali dovrebbero scattare oggi o, al più tardi, a febbraio.

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