Banche, Bnp Paribas torna a vedere l’utile nel terzo trimestre

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UTILE A 1,5 MILIARDI – Bnp Paribas torna in utile nel terzo trimestre del 2014 dopo il rosso registrato nel periodo aprile-giugno a causa della multa da 8,9 miliardi imposta dagli Usa per aver violato le sanzioni americane contro Sudan, Cuba e Iran. La banca francese ha messo a segno un risultato netto di 1,5 miliardi di euro nel periodo in esame, in crescita dell’11% rispetto all’anno prima, grazie ai risultati del trading sul reddito fisso e del retail internazionale, che ha compensato gli effetti della debole congiuntura nei suoi mercati europei di riferimento.

CRESCONO ANCHE I RICAVI – Il risultato è sostanzialmente in linea con le attese degli analisti, che si aspettavano in media un utile per 1,576 miliardi, secondo le stime di Thomson Reuters I/B/E/S. I ricavi sono cresciuti del 3,9% a 9,5 miliardi, con un forte contributo del segmento fixed-income mentre, per quanto riguarda l’investment banking, settore tenuto sotto osservazione dopo le sanzioni Usa, i ricavi sono aumentati del 2,9%. Il dato sui ricavi si confronta con il più basso aumento dei costi di gestione, saliti del 3,8% a 6,6 miliardi. Il costo del rischio ha registrato un calo del 9,2%, a 754 milioni di euro, pari a 47 punti base in rapporto agli impieghi, mentre le riserve di liquidità e di attivi immediatamente disponibili si sono attestate a 268 miliardi di euro contro i 244 miliardi di euro di fine giugno di quest’anno.

INDICATORI PATRIMONIALI – A livello patrimoniale, tenuto conto dei risultati dell’aqr/stress test, il Common equity Tier 1 al 30 settembre si è attestato al 10,1%. Bnp Paribas ha sottolineato che l’impatto globale degli aggiustamenti legati all’aqr sul Cet1 al 31 dicembre 2013 del gruppo è stato di 15 punti base, di cui 8 punti erano già compresi nel Cet1 del 30 giugno di quest’anno.

IN ITALIA – In Italia, dove Bnp Paribas controlla Bnl, l’utile ante imposte è crollato del 95,5% a 3 milioni di euro nel terzo trimestre in un contesto di lotta alla recessione e al rischio di deflazione. Nel Paese l’istituto ha accantonato riserve a fronte di crediti in sofferenza per un valore 327 milioni di euro, in crescita del 14% rispetto al secondo trimestre.

doc

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