Prestiti alle imprese in calo per tutto il 2015, Pmi più colpite 
I prestiti bancari alle imprese continueranno dunque a calare per tutto il 2015. I prestiti alle imprese non finanziarie continuano a rappresentare «il fattore di maggiore vulnerabilità per le banche italiane» scrive la Banca d’Italia nel suo rapporto. Dai primi mesi del 2014 la contrazione dei prestiti è stabile intorno al 3% su base trimestrale mentre per le famiglie continua ad attenuarsi la flessione dei mutui. La previsione per il prossimo anno, fatta con gli ultimi dati congiunturali, mostra un ritorno della crescita degli impieghi solo in chiusura di 2015. Ma se «le aziende di maggiore dimensione stanno aumentando fatturato e redditività», tra quelle più piccole «le condizioni economiche e finanziarie restano difficili pur in presenza di una graduale riduzione del debito». Divergenze che, prosegue Bankitalia, si riflettono nelle condizioni di accesso al credito.

Su mercato immobili rischi incertezza fisco 
Non solo. In un quadro di persistenti difficoltà reddituali, pesa la normativa fiscale incerta sugli immobili. «L’incertezza circa il trattamento fiscale della proprietà immobiliare – avvisa Bankitalia – potrebbe aumentare lo squilibrio tra offerta e domanda di abitazioni, con effetti negativi sui prezzi di mercato».

In aumento i rischi per la stabilità finanziaria in Eurozona 
Aumentano inoltre i rischi nell’Eurozona per la stabilità finanziaria. E sono legati al rallentamento della crescita nell’area e all’andamento dell’inflazione con il rischio di deflazione. Nell’analisi della Banca d’Italia un’inflazione troppo bassa rende «più difficoltoso il processo di riassorbimento del debito, pubblico e privato, e implica un inasprimento delle condizioni monetarie con effetti negativi sui consumi e gli investimenti». Sui mercati finanziari crescono i rischi di «repentini rialzi della volatilità» come è accaduto a metà ottobre per i timori sulle condizioni politiche e finanziarie in Grecia.

Debito resta sostenibile, dinamiche spesa contenute 
Il giudizio di Bankitalia sulla sostenibilità del debito pubblico italiano resta, per il medio termine, positivo, anche grazie a un andamento della spesa che rimane sotto controllo. «In prospettiva – spiega Via Nazionale – alla sostenibilità del debito contribuisce la dinamica delle principali voci di spesa, che rimane contenuta, soprattutto in seguito alle significative riforme del sistema previdenziale realizzate negli scorsi anni». «La velocità di aggiustamento del rapporto tra debito pubblico e Pil dipenderà soprattutto dal ritmo di crescita del prodotto nominale», aggiunge Bankitalia. Inoltre, «la bassa inflazione contribuisce al rallentamento del processo di discesa del rapporto tra debito pubblico e Pil». Ma in Italia «i segnali favorevoli emersi dalla metà del 2013 non si sono tradotti in una stabile ripresa dell’attività produttiva».