Liberato dalla norma sul condono delle spiagge, il decreto su Imu e Bankitalia accelera il cammino verso la conversione in legge. Ieri la Commissione Finanze del Senato ha sfoltito la gran parte degli emendamenti presentati ridando spazio all’ipotesi di un’approvazione definitiva del provvedimento — che dovrà affrontare il voto dell’aula di Palazzo Madama e quindi l’esame di Montecitorio — entro il prossimo weekend o nei giorni immediatamente seguenti. Questo vorrebbe dire che la Banca d’Italia, che riunirà la sua assemblea straordinaria lunedì 23, potrà rendere in tempi brevi definitivamente operativi, oltre alla riforma dello statuto in modo da assorbire le nuove regole sul patrimonio, anche l’aumento di capitale da 156 mila euro a 7,5 miliardi necessario per consentire alle banche di rivalutare le rispettive quote. Insomma tutto, compresa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dovrebbe arrivare in tempo per permettere agli istituti di credito azionisti di fare le operazioni di rafforzamento patrimoniale a valere del bilancio 2013, che è quello che verrà preso a riferimento negli esami della Bce. Così come, ancora ieri, ha sollecitato a nome di tutte le banche partecipanti al capitale capeggiate da Intesa Sanpaolo e Unicredit il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. «Ci attendiamo una restituzione di quello che pagammo in lire ed oro» ha detto.
Se la tempistica ipotizzata dovesse essere rispettata, le banche potrebbero usufruire e versare entro l’anno, l’imposta straordinaria sulle plusvalenze, relative alla rivalutazione delle quote, ridotta al 12%. Per lo Stato sarebbe un incasso prezioso al fine di coprire i costi della cancellazione della seconda rata dell’Imu sulla prima casa, un onere, questo, a cui comunque sono chiamate le banche a cui viene applicato anche un’aumento dell’8,5% dell’addizionale Ires. «È un balzello che indebolisce l’Italia perché le banche avranno meno risorse per i prestiti e vedranno falcidiata la loro redditività», ha rilevato ancora Patuelli.
Intanto ieri la commissione Finanze del Senato ha apportato importanti modifiche al decreto sul riassetto patrimoniale di Bankitalia. Innanzitutto ha abbassato il tetto del possesso azionario dal 5 al 3% ampliando però il periodo utile per adeguarsi a 36 mesi. Quindi ha approvato un emendamento che stabilisce come a detenere quote della Banca possano essere solo soggetti con sede in Italia. Al consiglio superiore dell’Istituto, inoltre, viene affidato il ruolo di «verificare la professionalità e l’onorabilità delle compagini e dei rappresentanti dei soggetti detentori e candidati all’acquisto, con il potere di bloccare la vendita» .