Dall’inizio del 2017 i posti di lavoro nel settore privato sono aumentati per un totale di 2.736.000 assunzioni. Ma crescono i lavori a chiamata e solo un lavoratore su quattro è stabile.
I dati arrivano dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps, che ha registrato un incremento del 16% delle assunzioni nel settore privato rispetto al 2016. Viene aggiunto anche un altro dettaglio dall’Inps: soltanto un lavoratore su quattro è stabile. Nonostante il corso delle assunzioni stabili sia positivo, i numeri restano comunque bassi, soprattutto se rapportati al picco delle assunzioni del 2015 con il Jobs Act (361.691).
L’Inps ribadisce inoltre “un’ulteriore riduzione dell’incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni (25,9%) rispetto ai picchi raggiunti nel 2015 quando era in vigore l’esonero contributivo triennale per i contratti a tempo indeterminato”.
Aumentano i lavori a chiamata, calano i licenziamenti
Rispetto al 2015 e al 2016 si sarebbe quindi registrato un grosso aumento delle assunzioni. Una crescita di 729 mila tra assunzioni e cessazioni. Ma analizzando i dettagli del saldo annualizzato, ovvero dei +497 mila, si verifica la crescita delle assunzioni a tempo determinato (+23%), a discapito di quelle a tempo indeterminato, ormai attestate ad un -5,5%. I dati riportano un +21.000 per i contratti a tempo indeterminato, un +48.000 per i contratti di apprendistato e un +428.000 per i contratti a tempo determinato.
“Appare particolarmente significativa la crescita vigorosa dei contratti di lavoro a chiamata a tempo determinato”, sostiene l’Inps. Infatti, il picco riguarderebbe soprattutto i “lavori a chiamata” (+116,8%), ormai considerati contratti a tutti gli effetti. Sembrerebbe infatti che i nuovi lavori a chiamata rappresentino l’alternativa al voucher, già finito nel dimenticatoio da marzo.
I nuovi tipi di contratto, specialmente quello di somministrazione a tempo determinato, vanno a sostituire uno strumento che per i privati era ormai diventata l’unica soluzione al problema dell’assunzione. Aumentano del 116,8% i contratti a chiamata a tempo determinato, che vanno dai 76 mila del 2016 ai 165 mila del corrente anno.
La nota positiva riguarda i licenziamenti, che calano del 2,6% rispetto allo scorso anno. L’Inps ribadisce e precisa che “queste tendenze attestano il proseguimento della fase di ripresa occupazionale”.