Carige sceglie il dopo Berneschi

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Dopo lo choc per l’esito dell’ispezione di Bankitalia, e in particolare dopo avere preso atto della durezza delle conclusioni degli uomini di Ignazio Visco, abbastanza inattesa, nessuno a Genova si vuole sbilanciare sugli equilibri futuri di Banca Carige.

Le uniche certezze sono dettate dalle scadenze imposte da Bankitalia dopo l’ispezione che potrebbe anche accendere il faro della magistratura.

Oggi il cda della Fondazione guidato da Flavio Repetto dovrà redigere le lista dei consiglieri in vista del rinnovo del cda, in occasione dell’assemblea del prossimo 30 settembre. Per prassi il primo e il secondo nome di quella lista sono il presidente e il vicepresidente designato. Nessuno si vuole sbilanciare sui nomi, anche perché i colpi di scena non sono di certo mancati sotto la Lanterna, ma il tam tam genovese accredita di maggiori possibilità di successo il ticket composto da Piergiorgio Alberti e Alessandro Repetto come possibili futuri presidente e vicepresidente. Intanto il patto parasociale di Banca Carige (6% del capitale) composto da imprenditori privati, cooperative, Fondazione Cassa Risparmio di Savona, Fondazione Cassa Risparmio Carrara, Fondazione Monte Lucca ha deciso, all’unanimità, di presentare la propria lista dei candidati: Remo Angelo Checconi, Luca Bonsignore, Lorenzo Roffinella e Lucia Venuti.

Gli azionisti aderenti al patto parasociale «auspicano che venga ristabilito, nel prossimo cda, un clima di rinnovata e serena collaborazione e di convinta coesione per affrontare i futuri difficili appuntamenti di un istituto importante per il sostegno dell’economia nazionale».

Comunque vada, la prima scadenza imposta da Bankitalia (e ribadita ieri anche in un report di Fitch), ovvero quella di cambiare presidente e vice del cda e presidente del collegio sindacale si può già considerare rispettata.

La scadenza successiva del programma a tappe forzate imposto da Bankitalia è il 31 ottobre. Entro quella data dovrà essere presentato un nuovo piano industriale. E questa scadenza evidentemente è connessa alla nomina dell’ad, chiesta anch’essa da Bankitalia. Se a un mese dall’assemblea che nominerà il nuovo cda dovrà essere presentato un piano, è molto probabile che il nuovo capo-azienda venga scelto dal neo-eleletto consiglio poco dopo la sua nomina. La figura dell’ad è già prevista dallo Statuto, quindi non saranno necessarie modifiche. La figura dell’ad, a termini di statuto è però alternativa a quella del direttore generale. Non è quindi possibile la convivenza fra il futuro capo-azienda e l’attuale dg Ennio la Monica.

Una volta presentato il piano, Carige dovrà procedere al rafforzamento del capitale e alla cessione delle assicurazioni entro fine anno. Da un punto di vista dei cambiamenti della governance, la nuova Banca Carige oltre ad avere una nutrita presenza femminile (si parla di tre donne in cda), si doterà di una serie di regolamenti interni in grado di mettere paletti che faranno sì che non possa più esserci una presidenza pervasiva come è stata quella di Giovanni Berneschi.

 

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