Carne irlandese, buone pratiche di sostenibilità
Il suo colore rosso borgogna e la sottile venatura di grasso dorato che l’attraversa, fanno della carne dei bovini allevati in Irlanda uno dei cibi più apprezzati per gusto e alto valore nutritivo.
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Il suo colore rosso borgogna e la sottile venatura di grasso dorato che l’attraversa, fanno della carne dei bovini allevati in Irlanda uno dei cibi più apprezzati per gusto e alto valore nutritivo. Merito certo di un mix di acqua pura, temperature miti, brezze costanti e ampie distese di prati verdi, e della particolare situazione che oltre 50mila allevatori irlandesi sono riusciti a creare nelle loro fattorie, quasi tutte di proprietà familiare, una tradizione che passa con orgoglio di generazione in generazione. Si tratta di famiglie, possessori di piccole mandrie, che sono riusciti a creare imprese moderne, grazie anche a investimenti in tecnologia e sistemi per arrivare all’autosufficienza energetica. Qui i capi di bestiame vengono svezzati e nutriti con il metodo Grass Fed, per cui l’erba deve costituire almeno il 90% dell’alimentazione durante tutta la vita di ogni animale.

Ma le buone pratiche di sostenibilità non sono dovute solo alla sensibilità degli allevatori irlandesi, bensì rientrano in un progetto governativo, guidato da un apposito ente, Bord Bia, che si pone l’obiettivo di guidare l’innovazione e i miglioramenti nella gestione della terra per ridurre le emissioni, mantenendo alta la reputazione come paese “green” soprattutto nell’ambito della produzione di prodotti di alta qualità e sostenibili, garantendo che le prospettive a lungo termine per l’industria agroalimentare rimangano positive e costanti. Nel 2012 poi è nato Origin Green, il programma su scala nazionale, che promuove il miglioramento della sostenibilità lungo l’intera catena di approvvigionamento, dagli agricoltori ai produttori, fino ai rivenditori e alle aziende di servizi alimentari. I risultati non si sono fatti attendere: uno per tutti, la piantumazione fino ad oggi di oltre 1 milione di alberi per preservare la biodiversità. Grazie ad Origin Green, ogni azienda ha un piano di sostenibilità quinquennale, i cui progressi vengono riesaminati annualmente. Una sostenibilità certificata, che garantisce la qualità della carne proveniente da queste fattorie modello attraverso una filiera interamente tracciata.

C’è la possibilità di replicare questo modello virtuoso in Italia? Ne abbiamo parlato con James O’Donnell, Direttore Italia di Bord Bia.

 Allevamenti in Irlanda, come ridurre le emissioni di Co2

Cos’è Bord Bia? E il programma Origin Green?

“Bord Bia, Irish Food Board, è l’ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti alimentari, bevande e prodotti ortofrutticoli irlandesi. Lo scopo di Bord Bia è quello di incrementare il successo dell’industria food&beverage e dell’orticoltura irlandese attraverso servizi di informazione mirati, la promozione e lo sviluppo dei mercati.

“Origin Green nasce nel 2012, ed è il programma su scala nazionale che promuove il miglioramento della sostenibilità lungo l’intera catena di approvvigionamento, dagli agricoltori ai produttori, fino ai rivenditori e alle aziende di servizi alimentari. Dalla sua nascita, Origin Green è cresciuto fino a collaborare con 55.000 aziende agricole e 300 aziende irlandesi leader nel settore food & drink. Questo programma è monitorato e verificato in modo indipendente e i membri di Origin Green rappresentano il 90% delle esportazioni irlandesi di cibo e bevande e il 70% dei rivenditori nazionali. Negli ultimi dieci anni Origin Green ha raggiunto una riduzione di oltre il 6,3 % delle emissioni di CO2 per unità di carne bovina e lattiero-casearia prodotta in Irlanda dai nostri membri partecipanti e la nostra industria ha lanciato oltre 13.600 iniziative di sostenibilità da quando abbiamo iniziato ed i produttori alimentari hanno ottenuto in media una riduzione dell’11% nell’uso di energia per unità di produzione e una riduzione del 17% nell’uso di acqua.”

 Italia e Irlanda insieme verso la sostenibilità alimentare

Come è stato accolto il programma Origin green dalle famiglie di allevatori irlandesi? Secondo lei è una tipologia di allevamento esportabile in Italia e nel resto d’Europa?

Oltre 55.000 famiglie di allevatori irlandesi sono membri del programma Origin Green. Ogni 18 mesi ogni azienda agricola è sottoposta a un audit indipendente per stabilire e rivedere le prestazioni in relazione alla loro impronta di carbonio.  Questa è una chiara indicazione del loro impegno a ridurre al minimo l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente. Come risultato, oggi il 90% della produzione per le esportazioni è coperto dal programma Origin Green.

“Sviluppi politici innovativi sono emersi dall’implementazione del Green Deal europeo che stabilisce un’ambiziosa e ampia agenda di sostenibilità per trasformare l’economia dell’UE. Le iniziative politiche chiave per l’industria agroalimentare irlandese e italiana seguono la strategia “dal produttore al consumatore”, la strategia della biodiversità e il piano d’azione per l’economia circolare che, insieme, porteranno a oltre 120 iniziative legislative e non legislative nei prossimi quattro anni.

“Nel 2020, il governo irlandese ha promulgato una legislazione storica per imporre legalmente la riduzione delle emissioni di carbonio. Il Climate Action and Low Carbon Development Bill impegna l’Irlanda a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. Food Vision 2030, la nuova strategia decennale per il settore agroalimentare irlandese, fissa un obiettivo ambizioso per l’Irlanda diventando “leader mondiale nei sistemi alimentari sostenibili” e Origin Green giocherà un ruolo chiave nel guidare questo cambiamento”.

 Quali risultati vi aspettate nel lungo periodo dal programma Origin green?

 “Guardando al futuro, il governo irlandese ha stabilito un piano ambizioso per dimezzare le nostre emissioni di carbonio nel corso del decennio. Questo sarà impegnativo e richiederà cambiamenti significativi in molti ambiti della vita del nostro paese, tra cui l’agricoltura e il settore della produzione di alimenti e bevande. Il programma Origin Green aiuterà a guidare l’innovazione e i miglioramenti nella gestione della terra per ridurre le emissioni, mantenendo alta la reputazione dell’Irlanda come paese “green” soprattutto nell’ambito della produzione di prodotti di alta qualità e sostenibili, garantendo che le prospettive a lungo termine per l’industria agroalimentare rimangano positive e costanti”.

 Cibo di qualità batte concorrenza?

L’allevamento di manzo irlandese è basato su un tessuto di 55mila famiglie: come riesce a difendersi dalla concorrenza degli allevamenti industriali? Non sempre la qualità del prodotto riesce a bloccare la concorrenza…

 “Gli allevamenti a conduzione familiare sono stati il modello di produzione di carne e latte in Irlanda per secoli e continuano ad esserlo ancora oggi. Il clima irlandese, che permette una lunga stagione di crescita dell’erba, si adatta a sistemi di produzione estensivi basati sulla natura piuttosto che a modelli intensivi. L’erba è la principale fonte di cibo per il nostro bestiame e rappresenta oltre il 90% del loro nutrimento. Le fattorie irlandesi sono tramandate attraverso le famiglie e raramente vengono messe in vendita. Il rapporto con la terra è molto intenso e protettivo”.

 Nel nord Europa, ad esempio in Islanda, sono presenti allevamenti di ovini strutturati sul tipo di quelli irlandesi. Cosa “fa la differenza”?

 “Come membro dell’Unione Europea – l’Irlanda è uno dei principali esportatori di agnello verso i mercati interni. Le razze di agnelli che abbiamo in Irlanda sono riservate a produrre carne piuttosto che latte per il formaggio. L’agnello irlandese è rinomato per il suo gusto unico e questo è fortemente influenzato dalla dieta degli animali. I pascoli irlandesi sono ricchi di erbe e piante uniche che influenzano fortemente il gusto del prodotto: i venti dall’oceano Atlantico, infatti, portano la pioggia via terra con depositi di sale che aggiungono un leggero sapore salato alla carne”.

 Mercato italiano in crescita

Quali sono le prospettive future per il mercato italiano?

 “Nel 2021 le esportazioni dell’industria food&beverage irlandese hanno riportato una crescita del +4% in più rispetto all’anno precedente. L’Italia rappresenta uno dei mercati più importanti per l’export di manzo irlandese in Europa con scambi valutati, nel 2021, a 175 milioni di euro.

“Il nostro progetto per il futuro è quello di costruire una maggiore consapevolezza del nostro prodotto sia tra gli operatori del settore che tra i consumatori. In particolare questi ultimi sono sempre più consapevoli nelle loro scelte soprattutto quando si parla di qualità e sostenibilità dei prodotti: gli allevatori irlandesi si impegnano a rispettare gli standard di sicurezza, qualità, benessere degli animali e sostenibilità che soddisfano i rigorosi parametri imposti dall’UE. In questo modo, essi offrono il massimo livello di garanzia ai consumatori quando fanno le loro scelte d’acquisto”.

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