Carte di credito, lo shopping è in ripresa

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Agli italiani sembra essere finalmente tornata la voglia di fare shopping. Dopo un 2013 nel segno del risparmio, caratterizzato da comportamenti d’acquisto ancora molto contenuti, con un incremento di solo lo 0,8% rispetto all’anno precedente, nel 2014 dovrebbe crescere la spesa via carte di credito. E il trend positivo dovrebbe ulteriormente rafforzarsi nel 2015.

Ad affermarlo è l’ultimo Osservatorio CartaSi, che non solo monitora l’andamento delle spese degli italiani attraverso gli acquisti effettuati con carta di credito, ma anticipa anche l’andamento per l’anno in corso e per quello successivo sulla base dei dati rilevati negli ultimi quattro anni.
Basato su oltre 6 milioni di carte di credito, 600mila punti di rilevazione presso gli esercenti e 1,8 milioni di transazioni al giorno, l’Osservatorio conferma il ruolo del canale on line nel trainare le vendite, anche se va detto che di fatto si basa sul comportamento non della totalità dei consumatori, bensì solo di quelli più evoluti in termini di utilizzo della moneta elettronica.
In ogni caso, alla fine di quest’anno, la spesa tramite carta di credito aumenterà complessivamente dell’1,7% proprio grazie al commercio elettronico (che crescerà del 21%), senza il quale l’andamento sul 2013 sarebbe negativo (-1,6%); nel 2015, invece, la crescita sarà del 3,2% grazie all’incremento del 20,7% dell’e-commerce, senza il quale si registrerebbe una riduzione dello 0,6 per cento.

L’avanzata del canale on line

Ma quali prodotti o servizi riscuoteranno il maggiore successo? Fra il 2014 e il 2015, secondo le stime di CartaSi, cresceranno le spese in informatica e beni digitali(+6,1% nel 2014 e +7,7% nel 2015), in servizi consumer(+6% nel 2014 e +6,9% nel 2015), in viaggi e trasporti(+6,9% nel 2014 e +8% nel 2015), telecomunicazioni(+1,2% nel 2014 e +2,3 nel 2015) e il dettaglio non alimentare (+6,1% nel 2014 e +7,7% nel 2015). Continuerà invece la contrazione di spese in abbigliamento e calzature (-4,9% nel 2014 e -3,1% nel 2015) e i beni per la casa (-5,7% nel 2014 e -3,9% nel 2015), mentre resteranno stabili alberghi e ristoranti (-0,3% e -0,4 per cento).
“La familiarità nell’utilizzo del canale on line da parte dei titolari di carta di credito, commenta Francesco Pallavicino, responsabile Analisi di Mercato e Posizionamento di CartaSi, è ormai tale da giustificare il trasferimento di quote di domanda che altrimenti sarebbero confluite nel mondo fisico”.
In effetti, la crisi del 2013 sembra aver favorito il cambio di ruolo dell’e-commerce: la crescita del canale è stata del 20,4%, per una spesa complessiva di 11,6 miliardi di euro, pari al 14,8% dello speso complessivo con carta. Ma se da un lato i dati dell’Osservatorio fanno presumere un certo dinamismo degli acquisti a parte dei titolari di carta di credito, dall’altro la strada per incrementare l’uso di quelle “dormienti” resta ancora tutta in salita.

La strategia di CartSi

Dal canto suo CartaSi, dopo aver attivato diversi progetti in ambito proximity payments (tra cui solo alcuni mesi fa quello con la catena della grande distribuzione Auchan), e aver avviato nuovi canali di dialogo tra e con gli esercenti anche attraverso il marketplace Banzai.it, ha aperto il mercato dell’acquiring a nuove opportunità con il lancio del primo mobile Pos in Italia.

“L’innovazione è l’elemento cardine per lo sviluppo del settore dei pagamenti elettronici, afferma Laura Cioli, amministratore delegato di CartaSi. Nel nostro Paese l’incidenza dell’uso dei pagamenti elettronici (carte, mobile payments, ecc.) secondo le stime di Banca d’Italia è pari al 15% sul totale, una percentuale ancora piuttosto bassa se confrontata con il 22% registrato nell’Eurozona”.
Ed è proprio la scarso utilizzo delle carte a far lievitare icosti del contante, che in Italia è pari a 9,4 miliardi di euro. Di questi,  4,5 miliardi gravano sulle banche, 3,7 miliardi sugli esercenti e 1,2 miliardi sui consumatori.
“Come CartaSi, aggiunge Cioli, continueremo a promuovere una maggiore conoscenza degli strumenti di pagamento alternativi al contante puntando sull’innovazione e sulla trasmissione di un messaggio diverso da quello lanciato finora. I pagamenti digitali non devono infatti essere promossi solo per combattere l’evasione e migliorare la tracciabilità, ma anche per consentire a tutte le parti interessate di godere dei benefici in termini di minor costo di gestione rispetto al contante”.

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