Nel video Domenico Dolce e Stefano Gabbana chiedono scusa, “duibuqi”. Ma il caso nato due giorni fa dopo le frasi estremamente gravi pubblicate dall’account Instagram di Stefano Gabbana, lui sostiene ancora che sia stato hackerato, ha avuto una grossa eco negativa verso il brand, come dimostriamo con questa piccola analisi.
Doveva essere la grande occasione per il grande brand di moda Dolce & Gabbana, brand ormai universalmente riconosciuto, con l’approdo in Cina realizzando il loro “Great Show”. Ma poi tutto è finito in un grande e devastante flop, con un caso che ha davvero dell’incredibile. E, come sempre succede i social media in casi come questi giocano un ruolo fondamentale, tanto per informarsi effettivamente, tanto per misurare l’effettiva portata del caso, in termini analitici, quindi banalmente numerici, e in termini qualitativi, riuscendo a comprendere quale sia stato l’effettivo sentiment di tutte le conversazioni generate.
Il caso rivive ancora oggi per il fatto che i due stilisti, Domenico Dolce e Stefano Gabban ahanno pubblicato un video in cui chiedono scusa ai cinesi, “duibuqi“. Un video tardivo che di certo non sortirà l’effetto che i due stilisti italiani almeno sperano, di sicuro non nell’immediato.
In questa storia ci sono tanti elementi che ne fanno un vero caso di storia, sotto tanti punti di vista. Uno su tutti, un scarso senso di responsabilità, pensando che i social media siano un gioco. In realtà non è così e questa storia, ancora una volta lo dimostra. E poi, lo stesso video, ripetiamo tardivo, suona anche come una ammissione di colpa.
In questi giorni, esperti della moda, del marketing e della comunicazione hanno cercato di spiegare cosa sia successo, ma soprattutto gli effetti che questa vicenda può arrecare al brand Dolce & Gabbana, proprio perchè la vicenda, che è quasi sfiorata in un incidente diplomatico tra i due paesi, riguarda un paese che è ad oggi una potenza economica mondiale, grande appassionata del brand “made in Italy” da sempre. Ecco, questa storia può avere degli effetti davvero pesanti sull’attività economica del marchio in Cina.
Ma, come sempre facciamo, lasciando ai più esperti il compito di analizzare questa caso sotto tanti punti di vista, ci siamo voluti soffermare su quella che è stata la reazione su Twitter, in particolar modo abbiamo voluto effettivamente analizzare il fenomeno dal punto di vista qualitativo, quindi della sentiment sui social media.
E abbiamo scoperto che raramente si è visto una cosa del genere sui social media.