Il Cda di Parmalat ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2016
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Nel 2016 l’economia globale ha avuto una crescita modesta e un andamento incerto. Sul fronte valutario, la maggior parte dell’anno è stata caratterizzata dall’incertezza legata all’esito elettorale negli Stati Uniti d’America e ai tempi e alle modalità dell’atteso rialzo dei tassi d’interesse statunitensi.

 

Per gran parte dell’anno si è assistito ad un eccesso di offerta di materia prima latte a livello globale che ha mantenuto relativamente bassi i prezzi del latte, pur con significative differenze regionali e con un’inversione di tendenza in alcune zone a partire dalla fine del terzo trimestre.

 

Fra i principali Paesi in cui il Gruppo opera, il Brasile, pur continuando ad essere in recessione, ha iniziato a mostrare segnali positivi. Resta, invece, fortemente critica la situazione in Venezuela considerata l’incertezza sia economica che politica e l’elevata inflazione dei prezzi al consumo.

 

In dettaglio, il fatturato netto è pari a 6.489,4 milioni di euro, in aumento di 73,3 milioni (+1,1%) rispetto ai 6.416,1 milioni del 2015. A tassi di cambio costanti e perimetro omogeneo[1] ed escludendo i risultati della controllata venezuelana, la variazione risulta in aumento di 128,8 milioni (+2,5%), con un contributo positivo di tutte le aree in cui il Gruppo opera, ad eccezione dell’Europa in cui si registra una lieve diminuzione.

 

Il margine operativo lordo si attesta a 458,5 milioni di euro, in aumento di 14 milioni (+3,2%) rispetto ai 444,5 milioni del 2015, nonostante l’effetto negativo determinato dalla svalutazione della valuta venezuelana nei confronti dell’euro. A tassi di cambio e perimetro omogenei ed escludendo i risultati della controllata venezuelana, la variazione risulta in aumento di 26,5 milioni (+6,6%), grazie soprattutto al miglioramento registrato nelle aree Nord America e Africa.

 

 

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