Confidi siciliani in affanno: in perdita per il secondo anno consecutivo

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Il sistema dei confidi “107” siciliani, il più importante del Centro-Sud, è in affanno. Per il secondo anno consecutivo, infatti, i sette confidi, diventati nel 2010 intermediari vigilati dalla Banca d’Italia, hanno subito una perdita nel risultato di esercizio: nel 2011 è stata di 2,3 milioni di euro, mentre nel 2012 è salita a 7,7 milioni di euro. Con un effetto di “depatrimonializzazione” del sistema che riduce il patrimonio di bilancio in un solo anno da 95,7 milioni a 78,2 milioni, con una perdita di 17,5 milioni di euro. In calo le garanzie rilasciate: -37,2 milioni.

«La Sicilia, con 7 confidi “107” ed un portafoglio garanzie al 31 dicembre 2012 di 812 milioni di euro, è la Regione con più alta concentrazione di confidi fra le  regioni del Centro-Sud.  Un sistema che è cresciuto negli anni 2000 in maniera formidabile dal punto di vista patrimoniale, grazie ai continui rilasci di risorse pubbliche, in particolare della Regione, e alle quote dei soci attratti dal contributo in conto interessi, un’agevolazione che negli anni si va riducendo per carenza di risorse finanziarie. Ma a questa crescita patrimoniale non è corrisposta una crescita in termini di redditività. Nel 2010 i confidi siciliani più importanti si sono trasformati in intermediari vigilati ai sensi dell’articolo 107 del Tub: questo comporta che le strutture devono sostenersi con le attività dei servizi, operando in un mercato più concorrenziale con il  reporting di bilancio e delle segnalazioni di vigilanza redatti in base agli standard contabili internazionali, i cosidetti IFRS. Ma a tre anni da questa trasformazione il sistema si è ingolfato e ha iniziato a decrescere».

Sono tre, in particolare, i punti critici:

  • Depatrimonializzazione: nel 2012 si riduce lo stock delle garanzie del 4,4%, ma le nuove erogazioni arretrano del 17,2%; si riduce anche il patrimonio in modo consistente da 95,7 milioni a 78,2 milioni; si rileva una perdita di esercizio per il secondo anno consecutivo (-7,7 milioni nel 2012).
  • Deterioramento del credito: gli accantonamenti per rischio di credito, principale causa della perdita di esercizio 2012, ammontano a 8,9 milioni (nel 2011 erano 2,6 milioni); nel 2012 le garanzie deteriorate crescono da 74 milioni a 126 milioni e aumenta il presidio dei rischi con maggiori fondi a copertura, in parte costituiti da accantonamenti economici ed in parte da patrimonio. I fondi rischi a carico del confidi passano dal 2,9% al 5,5% delle garanzie in essere.
  • Riduzione delle capacità di intervento: a fronte della domanda di credito diminuita e della rigidità dell’offerta da parte delle banche i confidi stanno subendo una riduzione delle loro capacità di intervento. Inoltre, hanno difficoltà a fissare tariffe proporzionate al rischio perché la clientela non vede con favore l’innalzamento delle commissioni.
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