Conti in calo per Mediobanca, addio al 3% di Generali
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I NUMERI DEL SEMESTRE – Mediobanca ha chiuso il primo semestre dell’esercizio 2014-15 con un utile netto di 260,6 milioni di euro, in calo del 14,5% rispetto a un anno prima, quando però il risultato aveva beneficiato di plusvalenze legate alla gestione del portafoglio titoli pari a 152,5 milioni. Il dato è sostanzialmente in linea con il consensus degli analisti, che aveva indicato 250 milioni. Sul fronte degli indici patrimoniali, il CET1 phased-in è rimasto stabile all’11%, mentre quello fully-phased ha segnato un lieve progresso al 12,65%. Il roe si è attestato al 7%.

RETTIFICHE – Nel semestre sono state effettuate rettifiche su crediti per 300,7 milioni, in calo dai 302 milioni di un anno prima. In particolare sono state effettuate rettifiche non ricorrenti per 40 milioni sul portafoglio in bonis dell’attività consumer il cui tasso di copertura è stato prudenzialmente aumentato all’1,2% dallo 0,8%. Il tasso di copertura complessivo dei crediti deteriorati è rimasto stabile al 51%. I ricavi sono cresciuti del 15,9% a 1,014 miliardi con incrementi per il margine di interesse (+2,4%), le commissioni nette (+35,5%) e il trading (a 82,8 milioni da 16,7 milioni).

RACCOLTA 
– La raccolta è scesa a 43 miliardi da 45,8 miliardi per effetto delle scadenze della raccolta cartolare. Nel semestre Mediobanca ha rimborsato 1 miliardo di fondi Ltro e ha ottenuto dalla prima tranche del Tltro 578 milioni.

CESSIONI 
– Sul fronte delle cessioni, l’istituto di Piazzetta Cuccia ha confermato l’intenzione dichiarata nel piano industriale di cedere il 3% di Generali nel prossimo esercizio e non esclude che l’operazione possa avvenire con uno swap con asset di tipo bancario coerenti con il profilo di business del gruppo. “Non abbiamo un diverso tipo di orientamento rispetto a quanto comunicato: la partecipazione sarà oggetto di dismissione nel prossimo esercizio”, ha detto il ceo Alberto NagelMediobanca è il primo azionista di Generali con il 13,25% e punta a cedere il 3% della compagnia triestina.

ACQISIZIONI O FUSIONI – Piazzetta Cuccia non è invece interessata ad acquisire o fondersi con banche popolari e parteciperà al processo di consolidamento che potrebbe partire a breve nel settore, anche per effetto del decreto che prescrive la trasformazione in Spa, in qualità di adviser, ha continuato Nagel.

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